Partiamo subito, come amate dire voi scrittori, in medias res. Cosa deve aspettarsi un lettore che si accinga alla lettura del vostro Romolo?
Una bella sorpresa. Tutti conosciamo, fin dalla scuola, la leggenda della nascita di Roma e i personaggi che l’hanno animata, ma davvero poco è stato raccontato, almeno nella narrativa contemporanea, di quell’epoca remota. Noi abbiamo preso i personaggi leggendari e tutto ciò che ha un fondamento storico accertato e abbiamo cercato di ricostruire quel contesto primitivo. Un’impresa difficile, vista la scarsità delle fonti, ma affascinante per chi, come noi, ha dovuto ricostruire un intero mondo e le emozioni che lo pervadevano. Emozioni molto forti!
Primitivo è un aggettivo che ricorre spesso, associato al tempo nel quale il romanzo è ambientato. Dobbiamo aspettarci un Romolo sanguinario e bestiale?
Romolo è figlio del suo tempo, un’età oscura, dominata dalla forza e dalla violenza, dove l’unica legge era quella che consentiva di restare in vita. Ma Romolo non è solo questo, non potrebbe esserlo colui che ha dato inziio al più grande impero dell’antichità, no? Leggendo il libro crediamo si possa capire quanto questo personaggio, mitologico o meno, abbia segnato il destino di tutta l’umanità, non solo dei popoli italici.
Di certo non ha avuto vita facile, a partire dalla contesa con Remo.
La figura di Remo e il rapporto che Romolo aveva con lui è stato uno dei punti di partenza nel delineare la figura del nostro eroe. Pensiamo che nessun uomo, neppure il più arido e spietato, possa passare indenne alla tragedia di uno scontro fratricida e di certo Romolo non fa eccezione.
Un eroe ferito, quindi.
Edificare Roma ha richiesto un prezzo altissimo. La contesa con Remo è stata un momento terribile, ma di certo non l’unico che Romolo ha dovuto affrontare. È stato un lungo cammino, lastricato di dolore e privazioni, al quale tuttavia Romolo non ha sacrificato la propria natura più profonda e i propri ideali di giustizia.
Traspare dalle vostre parole un legame forte, quasi affettivo, con il personaggio che avete narrato.
E non potrebbe essere altrimenti; noi per primi abbiamo vissuto le sue imprese e le sue sconfitte, emozionandoci e disperandoci insieme a lui. Siamo convinti che dal romanzo questa partecipazione profonda raggiungerà anche i lettori.
Quanto è stato difficile scrivere un romanzo storico che racconta tuttavia una leggenda?
Una difficoltà che si è anche presto trasformata in opportunità. La leggenda di Romolo e Remo è stata rimaneggiata a più riprese, praticamente da tutti gli storici romani. Questo l’ha arricchita di particolari e dettagli, alcuni dei quali aggiunti con l’unico scopo di ammantarla di grandezza ed epicità. Una vera cuccagna per dei narratori!
Come vi siete regolati rispetto alla disomogeneità delle fonti?
Di base, abbiamo sempre cercato di riferirci alla versione canonica, che è poi anche quella più plausibile dal punto di vista storico. Poi, abbiamo riempito i “buchi” per costruire un arco narrativo più solido, e scelto le fonti che fornissero la versione più interessante e plausibile della leggenda. Magari, qualche volta, con le dovute “licenze poetiche”, scegliendo la versione della leggenda che privilegiasse la drammaticità degli eventi, il tutto in funzione del coinvolgimento del lettore. In fondo noi non siamo né storici né archeologi, il nostro mestiere è quello di regalare emozioni. E questa storia di emozioni ne fornisce in quantità!
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID