- My Hero Academia: The movie – Two Heroes
- A cosa si deve il successo di My Hero Academia?
- Aneddoti sul doppiaggio e l’adattamento
A Cartoomics 2019 non poteva mancare il trend del momento per quanto riguarda l’animazione giapponese. In un incontro intitolato My Hero Academia è “Plus Ultra”? organizzato da AnimeClick sono emerse novità e aneddoti sulla serie. Carlo Cavazzoni, direttore esecutivo di Dynit e Simon Lupinacci, il doppiatore del protagonista Izuku Midoriya, alias Deku, hanno parlato anche del film My Hero Academia: The movie – Two Heroes che uscirà al cinema soltanto sabato 23 e domenica 24 aprile.
My Hero Academia: The movie – Two Heroes
Il fatto che il film esca nel finesettimana, ha spiegato Cavazzoni, è un evento molto importante, perché solitamente queste pellicole vengono distribuite soltanto per pochi giorni in mezzo alla settimana. Non è come altri film che entrano in distribuzione nei cinema e restano in programmazione per molto tempo, quindi mettendolo il sabato e la domenica diventa più semplice trovare una sala per chi fosse interessato a vederlo, liberi dagli impegni quotidiani. Cavazzoni ha precisato che potrebbero essere riorganizzate nuove proiezioni, se il film dovesse avere successo di pubblico.
Nelle Risorse in rete troverete la lista dei cinema che prevedono la proiezione del film.
Di seguito, il trailer in italiano.
A cosa si deve il successo di My Hero Academia?
In giappone l’affetto verso i giovani studenti dell’accademia di eroi è molto percepito, ma in Italia sta iniziando a diffondersi gradualmente. Secondo Cavazzoni il successo avviene in un momento storico dove la fruizione degli anime in televisione si è drasticamente ridotta rispetto ad alcuni anni fa, quando era l’unico mezzo per seguirli. Adesso, televisivamente parlando, è tutto più frammentato. Nonostante questo, il pubblico ha supportato il discorso, confermando che il fenomeno sta crescendo molto grazie a internet, che permette la scelta libera del momento di fruizione, su piattaforme di streaming sia in abbonamento che gratuite come VVVVID, dove attualmente sono presenti molti anime distribuiti anche in contemporanea col Giappone, in lingua originale e sottotitolati.
L’anima della storia
Buona parte del successo della serie è determinato anche dal genere al quale appartiene. Come ogni shōnen, rivolto agli dolescenti, il protagonista comincia l’avventura senza avere grandi possibilità, ma si aggrappa alla propria forza di volontà. Una storia che si avvicina alla quotidianità di molti lettori/spettatori, che va a toccare corde molto sottili, evidenziando come anche chi ha delle difficoltà può migliorarsi impegnandosi con determinazione. Questo vale tanto nello sforzo fisico quanto nello studio. Il desiderio di imporsi per seguire i propri sogni
, ha detto Cavazzoni, è un messaggio molto forte, in tempi come questi, dove è necessario conservare l’ottimismo.
Il plus ultra che viene citato nel titolo dell'incontro è spesso ripetuto dai personaggi della serie e stimola gli eroi a superare i propri limiti.
Il connubio tra stile orientale e USA
Il concetto di supereroe moderno, come lo conosciamo adesso, è sicuramente dovuto ai fumetti americani. In particolare a quel Superman che arrivò sulle pagine di Action Comics sul finire degli anni Trenta, nonostante le forme di eroismo puro in tutte le sue declinazioni derivino dalla tradizione classica.
Simon Lupinacci sostiene che un altro grande punto di forza di My Hero Academia sia il suo modo di attingere proprio dai fumetti americani. Trasmette il concetto di supereroe moderno, ma lo fa attraverso la narrazione nipponica, dove si imparano a conoscere tanti nuovi personaggi che sono protagonisti a modo loro, dove ciascuno ha qualcosa da insegnare.
Un successo annunciato già da prima che la serie arrivasse sugli schermi nostrani. Durante la manifestazione di Cartoon Club organizzata questa estate a Rimini, infatti, sono stati proiettati in anteprima due episodi. Un evento molto atteso dai fan.
My Hero Academia in italiano: anteprima a Rimini!
Nell'ambito di Cartoon Club di Rimini saranno proiettati alcuni episodi in italiano di My Hero Academia, sabato 21 e domenica 22 luglio. L'anime verrà trasmesso in autunno su Italia 2.
LeggiAneddoti sul doppiaggio e l’adattamento
Lupinacci, che ha curato l’adattamento in italiano prima di essere confermato come doppiatore, era già interessato a conoscere serie ancora prima di scoprire che avrebbe interpretato il protagonista.
Prima di sapere che My Hero Academia sarebbe andato in onda su Mediaset Italia 2, i curatori del doppiaggio si sono preparati sui sottotitoli internazionali e sul fumetto. Per restare più fedeli possibili hanno incluso anche le frasi più forti e volgari. Previdenti, però, hanno anche pensato di realizzare un’altra versione alleggerita da tutto quello che sarebbe certamente stato censurato se fosse passata sui canali per ragazzi, come poi è veramente successo.
Per definire i poteri che ciascun personaggio può ereditare, inizialmente hanno scelto di utilizzare il termine Unicità, che da solo non ha bisogno di spiegazioni, risulta migliore del ben poco originale potere e più in linea con il materiale originale. Invece, nel doppiaggio finale, hanno dovuto ripiegare su Quirk, prendendolo direttamente dall’edizione americana. Per chi se lo stesse chiedendo e non avesse ancora ascoltato gli episodi doppiati, si pronuncia Quork
.
Siccome i ritmi di doppiaggio sono molto stretti, Lupinacci ha ammesso che di solito è difficile studiare abbastanza bene il personaggio per immedesimarsi nella parte, ma l’aver già letto il manga per curiosità propria gli ha certamente dato un buon vantaggio.
Non è semplice nemmeno amalgamarsi con gli altri personaggi in scena, perché i doppiatori dei protagonisti spesso sono da soli a incidere in sala di registrazione, data la gran mole di dialoghi. Perciò non hanno a disposizione la registrazione dei colleghi per regolarsi. Conoscendo meglio il proprio personaggio, però, un po’ per volta imparano ad adeguarsi.
Cavazzoni ha dichiarato che non importa se la voce del doppiatore sia simile a quella originale, perché nel caso degli anime la lingua giapponese è molto differente dall’italiano, quindi il risultato resta inevitabilmente diverso. Chi segue le serie in originale, di qualsiasi lingua si tratti, si abitua a un suono ricorrente associato a ciascun personaggio. Quando ascolta il doppiato, potrebbe percepire una stonatura nel cambio di voce, però proseguendo con la visione e abituandosi al nuovo suono, potrebbe arrivare ad apprezzarlo anche di più.
Soprattutto nel caso del giapponese, dove gli interpreti recitano spesso in maniera molto sopra le righe, un modo di fare influenzato proprio dal suono della lingua. In italiano non sarebbe possibile imitarlo alla perfezione.
Sicuramente per gli appassionati di animazione è sempre una piacevole scoperta imparare qualcosa di nuovo sul lavoro che si svolge “dietro le quinte”, prima che l’episodio vada in onda. Incontri simili, anche grazie alla completa disponibilità dei partecipanti che hanno coinvolto il pubblico con domande dirette e un gioco a quiz finale, sono sempre una gradita aggiunta in manifestazioni come Cartoomics, dove i veri protagonisti sono i visitatori.
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