Un patto nelle tenebre    

Malqvist guardò stupito dentro quel tubo con i due vetri, uno degli utili e strani aggeggi posizionati sugli spalti occidentali: l'antichissima tetra e sconfinata necropoli, soffocata dai gas venefici e infestata dagli avvoltoi, si estendeva in ogni dove lungo il pallido orizzonte, fino a nubi cenerognole a impossibili distanze.

– … è da non crederci!…

– Lo vedi bene: è il Continente dei Morti.

– Quelle tombe ricoprono un'intera provincia… no: una regione; tutto il regno di Handelbab … fino a dove si estendono?

– Ti ripeto: è il Continente.

Guardò ancora nella canna: si domandò perché ai cancelli di quei sepolcri non ci fossero le insegne di alcun ordine religioso, statue tedofore e sigilli magici di déi e demoni psicopompi. E gli accessi dei mausolei, delle cripte, degli avelli più grandi e ricchi gli sembrarono, al contrario, scardinati e divelti. I sentieri tortuosi di grigio càlice e cenere, che scendevano dalle mura alle propaggini delle tombe, erano pesti di molte impronte di stivali ed animali.

– È un luogo sacro: non c'è un custode?

– Sono morti: si custodiscono da sé medesimi. Sono i vivi, casomai che non riposano tranquilli…

Malqvist se ne rise con disprezzo e un po' di pena di quel povero soldato della Guardia Cittadina: gli amuleti, le medaglie, le immaginette che aveva al collo lo ingombravano probabilmente più delle armi e dell'armatura. Si fidava più di scongiuri che della picca che aveva in pugno.

– Voialtri che abitate nell'ombra dei santuari, o vicino ai cimiteri, siete tutti creduloni. L'incenso e i fuochi fatui vi danno le traveggole.

– Non ti spaventa la magia nera?

Malqvist carezzò il filo della paurosa bipenne, e piegò quel soldatino con una pacca alle spalle gracili:

– Temo i debiti, le tasche vuote: mi hanno detto che è laggiù che si guadagnano bei quattrini. Come ci arrivo a quel camposanto?

Il soldato gli indicò quella dozzina di brutti grugni che si mettevano gli zaini in spalla e caricavano i pettrinali, affaticavano di some i muli e si allacciavano i cinturoni. Inguainavano le spade e si calzavano gli elmetti.

– Partono ora al calar del sole: potresti unirti alla spedizione. Un altro gruppo di temerari che si illude di arricchire con i tesori dei morti… La maggior parte non fa ritorno, vuoi davvero accompagnarli?

– Vi spaventano i fantasmi, i gatti neri, le tenebre ma esplorate la necropoli solo dopo il tramonto! Io non vi capisco – rise – voi gente di Thanatolia!

– Certe oscure meraviglie si rivelano con il buio.

Il gruppo dei razziatori, là alle porte del barbacane, parlottò concitato e fitto con un mercante ed un leguleio: si strinsero la mano, scarabocchiarono firme e croci su fitti rotoli di pergamene e sui pacchetti di cambiali.

– Sono al soldo di qualcuno? – Malqvist sospettò.

– Levias Aurotene, il grassone ingioiellato, è il principale finanziatore dei predatori di cripte.

– Spero proprio che vorrà assumermi.

– Un'ascia in più farà sempre comodo – il soldato lo salutò – ti auguro la buona sorte, se hai deciso di provarci.