È in libreria il volume Le montagne della follia, versione edita da Il saggiatore, del romanzo breve di H.P. Lovecraft, nella versione curata e tradotta da Andrea Morstabilini.
Sinossi
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Le montagne della follia di Howard Phillips Lovecraft racconta la catastrofe di una spedizione nelle profondità inesplorate del continente antartico. Farnsworth Wright rifiutò di pubblicare l’opera su Weird Tales perché, a detta dell’editore, troppo lunga. L’orrore, per stereotipo, necessita di poche molecole di azoto, di respiri corti, mutili, di un sentimento di morte improvvisa accompagnato da brevi, fulminanti agonie: chi potrebbe sopportare uno spavento protratto oltremisura nel tempo? E invece tra le montagne della follia l’eco della paura si centuplica di grotta in grotta, e la resistenza dei personaggi e del lettore è spinta al limite della sopportazione. Il Saggiatore ripropone questo classico in una traduzione finalmente completa, che rifugge la tentazione di ricondurre a una mal compresa «piacevolezza» lo stile ossessivo, tassonomico, rituale di Lovecraft. Nella sua prosa l’orrore opera sempre nella stanza accanto, senza fare ostaggio di testimoni oculari; riempie le tubature e si riverbera fonicamente tra le pareti (Tekeli-li! Tekeli-li!), in un linguaggio nero che esisteva già prima del linguaggio umano e della parola, e che l’uomo non può decifrare; emana miasmi intollerabili e sconosciuti; lascia tagli ed escoriazioni ovunque. Ma non si vede. O almeno, non si vede mai del tutto: si cela nei cunicoli, dietro rocce cadute, al fondo di abissi glaciali. Così si compone il paesaggio delle Montagne, dipinto da un pittore alieno: in un simile sacro bosco, sovrumano, dove catene montuose di ardesia precambriana si alzano fino all’orlo inimmaginabile del pianeta, l’uomo diventa cacciagione, preda, o addirittura campione scientifico da sezionare e notomizzare, crudamente, come un esemplare di animale raro appena scoperto. La geografia antartica descritta da Lovecraft, però, è anche e soprattutto una geografia interiore, di certe latenze oniriche castrate dal meccanismo di rimozione, in cui una potenza cosmica anteriore al Cretaceo o all’Eocene – e a qualsiasi categoria temporale postulabile dall’umana ragione – imperversa originando forme inaudite, abissi impercorribili, vette impossibili da scalare. E agguanta e annichila tutto ciò che le si para davanti.
L'autore

Howard Phillips Lovecraft (Providence, 1890-1937) è uno dei maggiori scrittori di letteratura fantastica, considerato uno dei precursori della fantascienza angloamericana e uno dei più influenti maestri della letteratura dell’orrore. È stato amico e corrispondente di molti altri autori come Robert E. Howard, Clark Ashton Smith, Robert Bloch e Fritz Leiber. Molte delle sue opere – in particolare quelle legate ai «Miti di Cthulhu» – sono state fonte di ispirazione per altri artisti, nella letteratura così come nel cinema e nella musica. Fra i suoi moltissimi romanzi e racconti si ricordano Il richiamo di Cthulhu (1926), Il colore venuto dallo spazio (1927), Il caso di Charles Dexter Ward (1927) e L’orrore di Dunwich (1929).
H.P. Lovecraft, Le montagne della follia, traduzione e curatela di Andrea Morstabilini, Il saggiatore, 17€
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