Dilili è una bambina canaca che, portata a Parigi per essere letteralmente un’attrazione, finito il suo lavoro decide di voler conoscere la città.
Siamo in quella che la storia ricorderrà come la Belle Époque, un periodo in cui la capitale francese è stata forse la capitale del mondo delle arti, della cultura e della scienza.
Un periodo di grande fermento e ottimismo, di progressi scientifici e civili. Ma oltre gli stereotipi della Ville Lumière, qualcosa di oscuro si muove a Parigi.
Insieme al suo amico e guida Orel, Dilili si troverà al centro delle trame dei Maestri del Male, un gruppo di rapitori di bambine che in realtà ha un piano più ampio.
L’indagine di Dilili si svilupperà attraverso gli incontri, gli scambi di informazioni e l’interazione con tante delle personalità che all’epoca vivevano a Parigi, tra le quali in primis la cantante Emma Calvé, e poi Marie Curie, Henri Toulouse-Lautrec, il Principe di Galles (futuro re Edoardo VII), Louis Pasteur, Sarah Bernhardt, Chocolat, Marcel Proust, Gertrude Stein e tantissimi altri, tutti da individuare.
Un’avventura che quindi non solo rivelerà la natura e i piani dei Maestri del Male, ma darà modo, in modo non pedante, di dare un’ampia panoramica di quel periodo, nonché di ammirare la città di Parigi, co-protagonista della vicenda grazie alla tecnica usata da Michel Ocelet di usare vere fotografie come sfondi alle animazioni.
Dilili a Parigi assolve sia allo scopo di narrare una piacevole avventura, sia a quello dichiarata da Ocelet di raccontare una storia che metta al centro Parigi come metropoli culturale, descrivendo uno dei periodi più luminosi della sua millenaria storia.Un altro scopo si rivela nel momento in cui diventano chiari gli intenti dei Maestri del Male, un gruppo che reagisce con violenza ai tumultuosi cambiamenti della società civile, contrapponendo alla luminosità il nero dell’omologazione, in un chiaro tentativo di annullare la diversità in ogni sua forma. Diversità culturali, diversi colori della pelle, emancipazione femminile sono i principali bersagli.
Visti i recenti ricorsi storici, siamo davanti a una storia ambientata nei primi del ‘900 che per certi aspetti potrebbe raccontare di oggi, dei pericoli che corrono quei diritti civili che se un secolo fa erano in procinto di essere conquistati, adesso rischiano di essere messi di nuovo in discussione.
Il film ci ricorda quindi quanto la complessità, l’incontro di culture e di diversità siano invece necessari per la costruzione di una società in cui non solo gli individui abbiano tutti pari dignità, ma di come questo sia poi motore di progressi e miglioramenti in ogni campo.
Non poco per un film che riesce, senza essere pedante, a divertire ed appassionare con un’avventura piena di stimoli visivi e di sense of wonder.
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