È insolito che il gioco di ruolo cartaceo sia proposto a un pubblico infante, anzi negli anni Settanta alcuni arrivavano persino a definirlo un’arma del demonio atta a corrompere gli animi dei giovani. My Little Pony – Tails of Equestria giunge pertanto come un’anomalia, una bizzarria figlia di un mercato sempre più inclusivo e che lentamente si sta rendendo noto al grande pubblico. Ma basta un brand forte e tanti colori pastello per introdurre i bambini ai GdR?
Blossom – Ambientazione
I My Little Pony non hanno bisogno di presentazioni, anche ai profani sarà capitato di imbattersi in questi equini magici e glitterati in relazione alla sovrabbondanza di merchandising messa in circolo da Hasbro, azienda felicemente proprietaria del marchio. Si da tanto per scontato che questi pony siano alla portata di tutti che il manuale stesso non si preoccupa di descrivere il mondo di gioco. È scritto esplicitamente: qualora vi fosse bisogno di ulteriori approfondimenti sarà necessario visionare la serie animata.
L’unico appiglio narrativo garantito dall'autore, Alessio Cavatore, è offerto nella trama della partita introduttiva allegata al regolamento. Da essa si evince tutto orbiti attorno a Ponyville, la capitale del regno dei pony, durante un arco temporale non meglio definito e sicuramente successivo alla terza stagione del cartone. Vi sono molti vuoti, ma il titolo non ambisce a una puntigliosa definizione, anzi favorisce leggerezza promuovendo attivamente un atteggiamento acritico. Ogni genere di binario prefissato potrebbe ostacolare il divertimento, quindi meglio fare tabula rasa e improvvisare con non sequitur.
Bubbles – Sistema di gioco
Le dinamiche di gioco sono al contempo sorprendentemente facili e incomprensibilmente complesse. Sono immediate agli occhi dei giocatori: a loro basterà scegliere quale razza giocare (tra pony, pegasi e unicorni), consultare un paio di tabelle e disegnare il proprio avatar. Meno accessibile è il ruolo dell’arbitro di partita, pienamente comprensibile solamente a coloro che abbiano già sviluppato una certa dimestichezza con la materia.
I GdR di ultima generazione cercano frequentemente di ridurre all'osso le meccaniche su cui gettano le fondamenta. Il Paese dei Balocchi, Anime & Sangue, 7th Sea, Numenera cercano tutti di far progredire l’esperienza ludica con il massimo dell’organicità narrativa, eppure Tails of Equestria va in controtendenza attingendo a un retaggio remoto. Ogni caratteristica presente sulla scheda di gioco viene quantificata dalle facce di un dado – dal tetraedro all'icosaedro, ottenere un risultato superiore alla soglia di difficoltà concede il successo dell’azione. Se non siete in grado di decifrare la precedente frase siete carenti di quel lessico “tecnico” indispensabile a decifrare con agilità il manuale. Le regole non sono per nulla difficili, ma sono riportate in maniera poco trasparente per gli occhi di un neofita.
Buttercup – Conclusioni
My Little Pony – Tails of Equestria è un manuale fisicamente ben fatto, piacevole da leggere e da sfogliare: colori sgargianti, illustrazioni di notevoli dimensioni, impostazione chiara e precisa. Un giocatore di lunga data può studiarsi l’intero tomo nel giro di un paio di giorni, quindi applicarsi subito alla profonda e sfaccettata partita di prova.
La grandi lacune nella descrizione del contesto di gioco sono tuttavia un limite non da poco, un ostacolo che assottiglia di molto i potenziali fruitori dell’opera. Stiamo in sostanza parlando dei fanatici dei My Little Pony che, pur essendo fuori dall'anagrafica di riferimento dello show, si appassionano con fan-fiction e costumi a tema, i brony e le pegasister. Non è da escludere che il manuale finisca tra le mani di un genitore un po’ nerd che cerca di condividere con le nuove generazioni i propri interessi, ma la natura poco esaustiva del prodotto ne preclude la piena fruibilità, costringendolo a un ruolo di nicchia.
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