In una fittizia cittadina giapponese dei nostri giorni è in corso una guerra segreta alla ricerca del Santo Graal, una potente reliquia capace di esaudire i desideri. In questo scontro, che ricompare ciclicamente, sono coinvolti dei maghi denominati Master capaci di evocare i Servant: eroi guerrieri che provengono direttamente dai miti e leggende della nostra cultura.
La vicenda di Fate/Stay Night: Heaven's Feel 2. Lost butterfly riparte esattamente dove si era concluso il capitolo precedente, Presage Flower.
Fate/Stay Night: Heaven's Feel 1. Presage Flower
La recensione dell'anime tratto dalla visual novel di Kinoko Nasu e Takashi Takeuchi.
LeggiCiò significa che lo spettatore dovrà farsi bastare la già scarna introduzione alle meccaniche della guerra narrata nel film dell’anno scorso, perché questa nuova avventura parte in quarta dando per scontato di trovarsi di fronte a un pubblico di appassionati o quantomeno già preparato.
Dando perciò per assodato che abbiate già recuperato il primo tassello di questa storia al cinema o su Netflix, finalmente si entra nel vivo di questa quinta guerra del Graal, dove viene messa in scena finalmente tanta azione e altrettanta magia. Ci sarà spazio per nuove alleanze e risvolti imprevedibili, i combattimenti sono numerosi e ben orchestrati, l’uso e le conseguenze della magia finalmente diventano più comprensibili allo spettatore che si sia avvicinato alla serie solo grazie a questi due film.
Visto il destino incerto di Saber, rimasto in sospeso alla fine di Presage Flower, gli altri Servant hanno molto più spazio per loro. Da una parte è un bene, un motivo su tutti perché Archer si rivela uno spirito eroico affascinante. Si stabilizza il rapporto tra il protagonista Shirou, impegnato a proteggere la compagna di scuola Sakura e gli altri Master, mentre le atmosfere si tingono di oscurità mano a mano che si imparano a conoscere meglio le storie dei personaggi.
Il gore e la violenza sono ancora una volta un segno distintivo, con l’aggiunta di una più marcata componente erotica, comunque mai eccessiva, che caratterizza il videogioco d’origine.
Chi vi scrive non conosceva affatto il vasto mondo ideato da Nasu e Takeuchi. Sapere che questi tre film vanno a comporre soltanto uno dei tre grandi percorsi presenti nella visual novel invoglia a scoprire anche le altre serie animate, per avere una migliore visione di insieme.
L’esperienza questa volta riesce a intrattenere, incuriosire e coinvolgere quanto basta per volerne sapere di più. Il limite di questo tipo di produzioni è che si rivolge a un pubblico già introdotto nel vasto universo di Fate/Stay Night. Trattandosi di un secondo capitolo, inoltre, soffre il problema dell’essere un punto di congiunzione tra il primo atto introduttivo e quello finale, interrompendosi proprio sul più bello.
1 commenti
Aggiungi un commentoSto seguendo questa saga ma per ora sono alla Terza serie di Anime. Mi piace molto anche se NETFLIX non li mette in ordine e non tutti aihmè sono doppiati, ma hanno solo i sottotitoli.
Cosa che rende abbastanza difficile seguire bene la serie.
Mi mancano questi OAV...
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