Sul finire del XIX secolo negli Stati Uniti si svolse una battaglia meno cruenta della Guerra Civile, ma non meno importante per le conseguenze sul mondo a venire.
Protagonisti principali ne furono gli inventori e imprenditori Thomas Alva Edison (Benedict Cumberbatch) e George Westinghouse (Michael Shannon).
Oggetto del contendere era l’energia elettrica, ovvero la modalità che avrebbe portato alla trasformazione dell’energia in elettricità. Edison aveva inventato uno standard basato sulla corrente continua, Westinghouse sulla corrente alternata.
Terzo incomodo tra i due Nikola Tesla (Nicholas Hoult) che dopo aver collaborato con Edison, ed essersi scontrato con la sua cocciutaggine, si è ritrovato, dopo alterne fortune, a lavorare con Westinghouse.
Nella lotta senza esclusione di colpi, anche attacchi personali, il culmine viene raggiunto nella gara per fornire di energia elettrica La Fiera Colombiana di Chicago o Fiera Mondiale Colombiana (World's Fair: Colombian Exposition) che nel 1893 celebrò i 400 anni dallo sbarco di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo.
In pratica, chi avrebbe vinto quella gara, avrebbe avuto una esposizione mediatica così grande da fare affermare il proprio standard.
Non entro troppo nei tecnicismi, i pro e i contro dei due sistemi il film li spiega abbastanza bene. C’erano motivi tecnici ed economici affinché uno dei due standard fosse considerato migliore dell’altro per l’illuminazione della Fiera. Ci sono motivi tecnici ed economici per i quali oggi il sistema che ci porta energia elettrica in casa è la corrente alternata, mentre le pile dentro i nostri dispositivi elettronici erogano corrente continua.
Quello che il film cerca di raccontare però non è l’aspetto tecnico, ma la lotta tra le personalità che dalle questioni tecniche prese le mosse.
Una lotta senza quartiere che ha travolto anche i principi morali degli uomini coinvolti.
SI è trattata sicuramente di un’epoca di grande fermento. Dal punto di vista mediatico Edison e Westinghouse erano paragonabili, mutatis mutandis, a quello che sono stati Steve Jobs e Bill Gates, agli albori dell’era informatica, o a Elon Musk e Jeff Bezos oggi.
Tesla in questo scontro tra titani è una figura simile a quella di Steve Wozniak o Paul Allen, il brillante tecnico meno capace dal punto di vista imprenditoriale, il cui lavoro consente il salto di qualità, rendendo possibile l’applicazione pratica di quello che fino a poco prima era solo teorico.
Il titolo italiano, Edison – L’uomo che illuminò il mondo, è totalmente fuorviante. Più chiaro di cosa il film vuole raccontare è l’originale The Current War, traducibile come La guerra delle correnti, dal nome dato dagli storici a questi eventi.
Pensare al titolo originale scardina quindi la istintiva tendenza ad aspettarsi una dinamica protagonista/antagonista.
Edison è protagonista tanto quanto Westinghouse, con Tesla, ma il banchiere J.P. Morgan (Matthew Macfadyen), le consorti Mary Edison (Tuppence Middleton) e Marguerite Westinghouse (Katherine Waterston), i fidi gregari rispettivamente di Westinghouse e di Edison, Franklin Pope (Stanley Townsend) e Samuel Insull (Tom Holland) sono importanti comprimari.
Non ci sono buoni e cattivi in questa storia. I due si sentono di certo i protagonisti della loro storia ma, se guardiamo alla metafora che verrà usata durante l’incontro a Chicago tra i due, dopo anni di lotte, sono entrambi stati complementari al progresso tecnologico.
Quando ero studente ricordo di aver sentito una battuta su Edison che diceva, più o meno: Se esistesse un aldilà, Edison avrebbe trovato il modo di comunicare anche da lì.
In questo il film scritto da Michael Mitnik e diretto da Alfonso Gomez-Rejon rende totalmente l’idea tramandata ai posteri di un Edison vulcanico e istrionico, di grande presa sul pubblico, in realtà incapace di fissarsi più di tanto su una singola idea, travolto da quelle successive, attento però alle possibilità di sfruttamento commerciale.
Ne escono bene, anche meglio direi, Westinghouse e Tesla. Il primo come un imprenditore illuminato anche nella gestione del personale, il secondo come un genio capace di guardare avanti rispetto ai suoi tempi, sia pure inadatto all’aspetto imprenditoriale, con una caratterizzazione che per fortuna rimane al di fuori delle leggende urbane che hanno mitizzato la figura in tempi recenti.
The Current War, pur con un'ottima ricostruzione d'ambiente, e una illuminazione che dal vago chiarore delle candele arriva gradualmente alla luminosità della luce elettrica, ha dei momenti in cui non gira perfettamente, con momenti in cui la vicenda si ferma in attesa degli sviluppi, ripetendo i concetti appena espressi. È un film che ha rischiato di non arrivare nelle sale per via del fallimento della Weinstein, rimaneggiato nel montaggio e con scene rigirate dopo la sua prima uscita nel 2017.
Tuttavia va detto che emoziona in alcuni punti, riuscendo a restituire il senso di meraviglia che devono aver provato coloro che hanno visto accendersi una lampadina per la prima volta.
In altre parti eccede in enfasi, e cede a quella tentazione di molti film storici di mettere in bocca ai protagonisti, uomini del nostro ieri, facili profezie sul mondo del loro domani.
Ricordiamoci sempre che il film è “ispirato a una storia vera”, pertanto non è il racconto esatto e filologico di quanto avvenne, ma una sua drammatizzazione.
Siamo comunque davanti a un consigliato a chi voglia iniziare a conoscere, sia pure per sommi capi e con qualche stereotipo, per poi magari approfondire su fonti più esatte, un’epoca di scoperte e invenzioni che cambiarono in modo definitivo il mondo.
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