Quest'anno, per la prima volta in assoluto, ho partecipato alla WorldCon dove vengono assegnati i premi Hugo del romanzo fantastico che, per chi non lo sapesse, vengono decisi dai fan. Dal momento che la WorldCon non è un'operazione commerciale però il diritto al voto si paga: se vuoi votare i migliori romanzi della fantascienza e della fantasy devi diventare socio e i tuoi soldi aiuteranno l'associazione per tutte le spese necessarie per mettere in piedi la convention.

La WorldCon si svolge ogni anno in un paese diverso  (quest’anno era dal 14 al 19 agosto a Dublino), ed è bello vedere tante persone provenienti da tutte le parti del mondo con la stessa passione e gli stessi interessi. È soprattutto interessante vedere tanti lettori tutti assieme e l'atmosfera di assoluta non formalità della convention (tranne che per la serata della premiazione).

In quanto appassionata di fantastico, perciò, quando mi sono trovata a dover scegliere dove trascorrere le mie vacanze non ci ho messo molto a decidere ( la mia compagna di viaggio non aveva ancora finito di pronunciare la parola WorldCon che già avevo comprato il biglietto dell’aereo e mi ero iscritta per partecipare). Quindi,ecco il mio reportage sia sull’evento in generale che sulle premiazioni.

Dublin Convention Centre
Dublin Convention Centre

Dublin Convention Centre

È il centro congressi di Dublino, architettonicamente molto bello, un po' problematico per la quantità di gente che c'era (le scale mobili avevano la tendenza a bloccarsi). Le sale per gli incontri non erano sempre capienti, ma alla fine c'erano talmente tanti dibattiti fra cui scegliere che se non riuscivi ad entrare in una sala, potevi tranquillamente andare in un'altra.

Organizzazione

Nonostante una partenza un po' caotica (il primo giorno grande confusione), hanno saputo subito rimettersi in riga. Ogni giorno uscivano i “Salmon of Knowledge”, fogli ciclostilati con gli avvenimenti del giorno precedente, eventuali scuse e molta ironia e autoironia (li ho collezionati tutti).

Multculturalità e Rispetto

La frase più corretta è 'accettazione del diverso' o, ancora meglio, 'sei diverso? Non mi importa, siamo entrambi appassionati lettori'. E punto.

Badge, Tag e Ribbon

All'atto della registrazione ti veniva assegnato un badge con il tuo nome sopra. A questo potevi attaccare un tag (dei talloncini tondi adesivi) scegliendo “She”, “He”, “They”, oppure vuoto. All'inizio pensavo fosse una sorta di presa in giro, in realtà era molto serio: consentiva a chi ti rivolgeva la parola di non incorrere nell'errore di assegnarti un sesso sbagliato (il They si utilizza per indicare una non identificazione con un sesso preciso). Sotto il badge inoltre potevi attaccare i ribbon (la traduzione italiana non rende l'idea), in pratica delle fettucce adesive con varie scritte che attaccavi l'una all'altra (i bambini facevano a gara a chi ne trovava di più, io, che non sono assolutamente competitiva, ne avevo una trentina).

Badge, Ribbon, Maglietta volontari e altro
Badge, Ribbon, Maglietta volontari e altro

Panel, Kaffeklatch, Reading e Beer with the Author

I panel (o dibattiti), riunivano vari scrittori (solitamente scelti per affinità all’argomento trattato), uno dei quali fungeva da coordinatore. Il coordinatore aveva a disposizione delle domande da porre agli altri per tenere vivo il dibattito che poi prendeva il via da solo. Alla fine si dava sempre spazio per eventuali domande da parte del pubblico (molto interessanti i dibattiti sull’umorismo e la scrittura fantastica; sulle discriminazioni nella fantascienza; sulla difficoltà di non umanizzare i robot quando si scrive di loro). I Reading (letture) sono incontri in cui l’autore legge brani di uno dei suoi libri (uno che deve uscire come nel caso di Ian McDonald o che è già uscito, come nel caso di Martha Wells).

Jo Walton
Jo Walton

I Kaffeklatch e le Beer with the Author erano incontri attorno ad un tavolo in cui si poteva avere l’occasione di parlare direttamente con lo scrittore (nel primo caso bevendo un caffé, nel secondo caso birra o eventuali alcolici: Ian McDonald ha fatto il suo incontro con il gin); a differenza dei dibattiti, in questo caso bisognava prenotarsi per tempo. Tutti gli incontri avevano una durata prestabilita e i volontari gestivano i tempi avvisando quando mancavano cinque minuti alla fine (entravano nella sala o si avvicinavano al tavolo con un cartello con il tempo rimanente che facevano vedere al coordinatore del dibattito o all’autore). Ho fatto la volontaria per i kaffeklatch  perché la mia pigrizia mi ha impedito di fare file per iscrivermi agli incontri.

John Scalzi
John Scalzi

Autografi ed eventi particolari

Le sessioni degli autografi si sono svolte in parte al Convention Centre, in parte a Point Square (a due fermate di tram di distanza), ma ad eccezione delle file chilometriche per George R. R. Martin, non ci sono stati problemi (ho fatto la fila solo per Gari Carriger e John Scalzi e solo perché interessavano a due amici e ho passato il tempo a chiacchierare piacevolmente con le altre persone in fila di libri, film e autori). Memorabile la serata discoteca tenuta da John Scalzi, momento di sfogo per tutti (ballare con persone che non conosci, tutte di diversa provenienza ed entusiasmarsi per le stesse musiche unisce e diverte nello stesso tempo. Le mie ginocchia non mi hanno ringraziato affatto per tutto quel movimento!). Di successo, anche se non sono andata, la Masquerade (serata cosplay) ed il concerto con le musiche dei film più famosi. 

La premiazione degli Hugo
La premiazione degli Hugo

La serata degli Hugo

Il tempo in Irlanda, si sa, è variabile e con variabile intendo che in pochi secondi si può passare dalla pioggia, al sole, al vento e quindi devi essere preparato. La coda per poter accedere alla serata di premiazione era all'esterno del convention centre, abbiamo atteso all'aperto, io ed il mio fido poncho k-way, senza farci spaventare né dalla pioggia né dal vento (il sole un po' mi ha dato fastidio lo ammetto), per poter prendere il braccialetto che ci permetteva di partecipare (chi non si aspettava dopo quattro giorni in Irlanda che piovesse, beh, o non è mai uscito dal centro congressi, o è stato molto fortunato con il tempo). Per chi non è riuscito ad entrare nella sala dove si svolgeva la cerimonia, questa comunque veniva proiettata in un altra.

La cerimonia nel suo complesso è stata piacevole e sono contenta per i vincitori, alcuni dei quali non avevo votato preferendone altri (per la lista completa dei finalisti https://dublin2019.com/hugo-finalists/; per i vincitori http://www.thehugoawards.org/; per le mie opinioni su vincitori e vinti continua a leggere). Fra i miei favoriti: Spinning Silver di Naomi Novik (che non ha vinto  per il Best Novel purtroppo); Artificial Condition di Martha Wells, che ha vinto per la categoria Best Novella e Wayfarers di Becky Chambers per la categoria Best Series; The Last Banquet of Temporal Confections di Tina Connolly, candidato per le Best Novellette non ha vinto, ma effettivamente c’erano avversari più che degni. L’unico sul quale non sono stata d’accordo è stato il premio per la Best Novel (The Calculating Stars di Mary Robinette Kowal che a mio parere era un po' telefonato).

La vincitrice del premio Hugo, Mary Robinette Kowal
La vincitrice del premio Hugo, Mary Robinette Kowal

Non sono mancati momenti commoventi (come il discorso di Jeannette Ng originaria di Hong Kong e l’Ad Memoriam) e divertenti (le gag fra i due presentatori e l’utilizzo di traduttore simultaneo che ha sbagliato tutte le frasi, alcune in modo molto comico, perché non riusciva a stare dietro agli oratori).

Giudizio Generale

Non esistono parole sufficienti per descrivere il senso di comunità e appartenenza della WorldCon. Mi sono offerta come volontaria prima e durante la convention e sono contenta di averlo fatto perché è un'esperienza che ti resta dentro. Gli incontri con gli autori hanno l'effetto di farti venire voglia di leggere i libri di quelli che non conoscevi solo perché li hai sentiti parlare (Jo Walton, Pat Cadigan e Heide Goody sono entrate nella mia lista), o di smettere di leggere altri proprio perché li hai sentiti parlare.

Conclusione

Almeno una volta nella vita, se si è appassionati di fantascienza e fantasy e se si ama leggere (e se si conosce l'inglese), si dovrebbe partecipare ad una WorldCon. È davvero un'esperienza emozionante che va vissuta.

Momento emozionante

il discorso di accettazione del premio di John W. Campbell di Jannette Ng con un pensiero a Hong Kong. 

Momento seccante

Doversi alzare da terra smettendo di leggere per poter entrare nella stanza dove si svolgeva il dibattito cui volevi assistere (e non ero la sola a lamentarmi).