Il personaggio di Malefica non ha bisogno di tante presentazioni. Uno dei villain più affascinanti e spietati dei classici Disney nel 2014 ha ottenuto un ruolo da protagonista assoluto in Maleficent. Angelina Jolie ha così caratterizzato un personaggio più profondo, del quale è possibile capire le motivazioni e addirittura empatizzare con lei. Da simbolo indiscusso di malvagità pura si riscopre innanzitutto una fata, ma nei confronti della piccola Aurora addirittura una fata madrina, che la proteggerà da lontano, affezionandosi alla bimba in crescita e rimpiangendo la tremenda maledizione che le ha scagliato sulla culla in preda all’ira del tradimento di re Stefano nei propri confronti.
In Maleficent – Signora del Male Aurora (Elle Fanning) ha scelto di rimanere a vivere nella Brughiera e si occupa quotidianamente dei piccoli e grandi problemi dei popolo fatato, dove in tempi recenti avvengono misteriose sparizioni di creature magiche. Lei e il principe Filippo (Harris Dickinson), però, sono ormai cresciuti e un matrimonio sarebbe perfetto per unire definitivamente i due popoli. I genitori di lui invitano quindi Aurora e la sua madrina Malefica al castello, per una presentazione formale. Prevedibilmente Malefica è contraria sia al matrimonio che all’incontro con gli umani. Pur di offrire la felicità ad Aurora, però, fa un passo indietro, accetta l’invito giungendo persino a rinunciare al proprio aspetto e coprirsi le corna pur di adeguarsi ai costumi degli ospiti. Il popolo nel borgo la accoglie brandendo forconi, donne e bambini si rifugiano in casa. Ma quali storie si raccontano su di lei? La vicenda precedente non si era forse conclusa con un lieto fine? Quando la regina Ingrith e Malefica si scambiano il sorriso, la prima con garbato contegno aristocratico mentre la seconda sfodera con forzata educazione una notevole collezione di zanne, ecco che i ruoli nella storia sono già definiti e cominciano i guai.
Chi conosce l’epoca medievale oppure gran parte del vasto repertorio di storie di fantasia incentrate sul conseguimento del potere saprà benissimo che unire due regine sotto lo stesso tetto potrebbe portare a risultati non del tutto positivi. Cosa che puntualmente avviene. Michelle Pfeiffer si destreggia con convinzione e disinvoltura nel ruolo della regina Ingrith, madre del principe Filippo, votata esclusivamente al bene della propria famiglia e del regno. Come si scopre fin dalle prime battute, però, se ne occupa secondo la propria visione radicale e in opposizione ai saldi princìpi morali del marito re Giovanni (Robert Lindsay).
Il dialogo forzatamente educato tra la regina e Malefica si arricchisce di frecciatine rivolte al popolo fatato e sull’ambiguità della morte di re Stefano nel capitolo precedente, assumendo la forma delle odierne fake-news. Una provocazione continua ai danni della regina della Brughiera, che la spinge all’inevitabile reazione. Ecco l’ennesimo tradimento degli umani. La fiducia reciproca non è possibile. Quando persino Aurora, sconvolta, sceglie di restare con la sua nuova famiglia anziché tornare nella Brughiera insieme a lei, Malefica non scaglia maledizioni né minacce. Semplicemente dispiega le proprie ali e vola via, carica di tristezza e rancore. Quando viene colpita da una freccia di ferro, materiale nocivo per le fate, sembra che gli umani finalmente si siano liberati di lei. Almeno, finché dal cielo non appare un altro essere alato simile a lei, che la salva dalle acque del fiume dove è precipitata e la porta lontano. E la storia comincia davvero.
Dopo questa introduzione il regista Joachim Rønning si scrolla di dosso l’aspetto più fiabesco per virare verso il fantasy epico. Si farà conoscenza del popolo originario di Malefica e del motivo per il quale soltanto lei, tra tutti, possieda poteri magici. Ferita dal tradimento umano e finalmente a conoscenza delle proprie origini, Malefica è pronta ad assumere fino in fondo il proprio ruolo.
Tra le Creature delle Tenebre, questo è il nome della specie, è in corso una disputa. Nonostante il nome oscuro, essi sono profondamente legati alla natura e alla preservazione dell’ambiente, altro argomento particolarmente delicato nel periodo storico in cui viviamo. Sono pronti a combattere gli umani, distruttori e sfruttatori delle risorse. Se da una parte, proprio come re Giovanni, Conall (Chiwetel Ejiofor) è convinto che si possa trovare una via pacifica, Borra (Ed Skrein) pensa a un approccio più diretto e muove guerra contro il castello di Ulstead, battaglia alla quale si unisce anche Malefica.
Nel periodo di separazione tra le due, sia Malefica che Aurora crescono imparando a conoscersi meglio. Ad Aurora viene dedicato molto spazio nel film. Un giovane spirito libero che non si sente a proprio agio stretta negli abiti da cerimonia, prediligendo vesti realizzate dalle fate e piedi liberi da scomode calzature. Il suo carattere positivo ma prudente la mette in guardia su quanto di oscuro si nasconde nelle segrete del castello. Nonostante sembra si sia adattata al ruolo di principessa da sposare resta invece un personaggio forte, che questa volta può affidarsi al sostegno del principe Filippo, ora sinceramente innamorato di lei, coraggioso e leale anche contro gli avversari nella battaglia con le Creature delle Tenebre. Entrambi i giovani protagonisti si elevano al di sopra delle subdole macchinazioni della regina Ingrith con la consapevolezza di completarsi a vicenda.
Questo secondo capitolo dedicato a Malefica mette molta carne al fuoco (a proposito, piccolo consiglio: non offrire ma a una fata della Brughiera della selvaggina a cena), spostando il tono della narrazione verso un linguaggio più strutturato al quale il pubblico del fantastico si è ormai abituato al cinema. La deliziosa malvagità di Malefica porta lo spettatore a sorridere spesso e il gran numero di creature fatate, nonché la loro simpatia, saranno certamente uno spasso per i bambini. Alcune scelte registiche ammiccano al classico animato Disney dal quale questa pellicola è ispirata, ma si tratta di pure citazioni. Un ritmo molto più incalzante e convinto rende piacevole e sorprendente la visione, pensata sempre nell’ottica di un film per famiglie, in una nuova fiaba epica in gran parte inedita e tutt’altro che scontata.
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