La luccicanza. Un cappello. Una viola. Un guanto da baseball. Una lavagna grossa quanto un muro. Una cattedrale di ricordi. La parola “Murder”. Un hotel. Una bambina. Un adulto che non ha completamente dimenticato gli incubi di quando era bambino. Una donna che divora chi brilla.

Doctor Sleep, presentato il 30 ottobre in anteprima al Lucca Comics and Games 2019, è un puzzle magistralmente riuscito di terrore e sentimento, una visione travolgente e commovente.

Il film, scritto e diretto da Mark Flanagan e interpretato da Ewan McGregor, Rebecca Ferguson, Zahn McClarnon e Kyliegh Curran, è il seguito di una delle pellicole più osannate della storia del cinema, Shining (1980) di Stanley Kubrik, con gli indimenticabili Jack Nicholson, Shelley Duvall e Danny Lloyd.

Entrambi sono adattamenti di opere del maestro dell’orrore Stephen King. Danny, il bimbo che correva con il suo triciclo nei corridoi dell’Overlook Hotel, è cresciuto. Ora è Dan. Ha circa quarant’anni, la sua luccicanza non splende più come un tempo ed è ancora segnato dalle traumatiche vicende avvenute in quell’albergo arroccato sulle montagne del Colorado.

Abra è un’adolescente e ha dei poteri eccezionali. È innocente, coraggiosa e piena di vita, pronta a lottare contro il male. Rose è una donna bellissima, carismatica, sensuale e irreparabilmente malvagia. È la leader di gruppo di oscure figure che si nutre di bambini con abilità speciali. I destini di questi personaggi si incroceranno in un turbinio di citazioni e di innovazioni, fino ad uno showdown da paura, perfetto per questo periodo dell’anno. La trama e le ambientazioni di Doctor Sleep sono splendidamente studiate, attente e iconiche. Sono tese e poetiche allo stesso tempo. Rendono omaggio a Shining, ma sanno creare una storia diversa e ugualmente avvincente.

L’Overlook Hotel non è più protagonista, ma non è neanche andato completamente via, così come i suoi spiriti. Il nemico della luccicanza ora ha carne, ossa e un malato desiderio di immortalità, ma incarna comunque il terrore, tanto più lacerante perché apparentemente innocuo, come la porta 237 e il male che vi celava dietro.