Dopo la presentazione al Festival di Cannes e l'uscita nelle sale francesi di alcune settimane fa, sbarca in anteprima in Italia, a Lucca, il film d'animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dall'omonimo, celebre romanzo di Dino Buzzati del 1945, per la regia del pluripremiato illustratore (e non solo) Lorenzo Mattotti.
Due cantastorie trovano riparo dal gelo in una caverna, dove si imbattono in un vecchio orso. Per ingraziarselo gli raccontano una storia: alla ricerca del figlio perduto Tonio, il re Leonzio guida la sua tribù di orsi, affamati per il rigido inverno, dai monti della Sicilia verso la città degli umani. Sconfitti dopo varie peripezie lo spregevole Granduca e i suoi soldati, anche grazie all'aiuto del mago De Ambrosiis, inizia un'era di prosperità per l'intera isola: Tonio è stato ritrovato, e uomini e orsi convivono in pace e armonia sotto il regno di Leonzio. Ma finisce davvero così la storia? Il vecchio orso non è d'accordo e ne racconta il seguito…
Quella di Lorenzo Mattotti, ideatore del progetto e regista, è un'operazione coraggiosa da diversi punti di vista: la scelta del soggetto infatti pone all'autore numerose sfide.
Innanzitutto, sul piano narrativo, si tratta di rendere sullo schermo quella che nasce come una fiaba per bambini, colmandone le incongruenze e le lacune tipiche del genere letterario ma inammissibili in un'opera cinematografica. Mattotti risolve brillantemente il problema introducendo rispetto al racconto di Buzzati nuovi personaggi e creando intorno alla storia originale la cornice del racconto narrato dai due cantastorie: quella della famosa invasione diventa così una "storia nella storia", formula moderna che aiuta anche a "svecchiare" la fiaba e a rendere il film una creazione pienamente indipendente dal modello originale, ma coerente e rispettosa dell'opera di Buzzati.
Un'operazione simile, e altrettanto efficace, è quella compiuta sui disegni: anche in questo caso Mattotti vince la sua sfida, riuscendo a mantenere il tono fantastico delle illustrazioni di Buzzati, da cui è partito nello studio dei personaggi e delle scenografie, ma adattandole alle esigenze e soprattutto alle potenzialità dell'animazione (quasi interamente in 2D), in particolare grazie alla scelta espressiva ed emozionale dei colori e delle luci, e arricchendole con il proprio stile e la propria poetica.
Si vede e si apprezza un'attenzione straordinaria alla composizione di ogni singola inquadratura, degna della fama del regista e illustratore. Le illustrazioni originali di Buzzati compaiono come arazzi che decorano il palazzo del re: non solo un omaggio pregevole, ma anche la continuazione per immagini del discorso metanarrativo.
La colonna sonora realizzata da René Aubry è il completamento ideale della narrazione, accompagnando con altrettanta efficacia sia le scene più potenti che quelle più poetiche.
Il doppiaggio italiano paga forse la scelta tipicamente nostrana di impiegare attori di richiamo per i personaggi principali (Toni Servillo, Antonio Albanese, Corrado Guzzanti, peraltro poco riconoscibili), a scapito della maggiore precisione che avrebbero assicurato doppiatori di professione. L'unica eccezione, degna di menzione, è quella del compianto Andrea Camilleri nel ruolo del vecchio orso narratore: la voce del maestro è emozionante, tanto che alla comparsa del suo nome nei titoli di coda gli applausi in sala, giustamente, si intensificano.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia è un film originale e riuscito, che tratta temi importanti come la guerra, la morte, la tolleranza, raccontandoli in modo semplice ma senza edulcorarli. Per questo, e per la bellezza della sua realizzazione, potrà piacere tanto ai bambini quanto agli adulti.
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