Roy Courtnay (Ian McKellen) è un truffatore professionista. Mentre ordisce uno dei suoi piani, insieme al fido complice Vincet (Jim Carter) già pensa alla truffa successiva: mediante un sito di incontri ha puntato la ricca vedova Betty McLeish (Helen Mirren). Ma i piani di Roy non sembrano funzionare stavolta. La donna ha un nipote molto protettivo, Stephen (Russell Tovey) che si pone domande e indaga sul passato dello spasimante della nonna. Per riuscire a superare l'obiettivo dovrà mettersi in gioco, e scoprire che forse stavolta la vittima non è un boccone così facile da ingoiare.
L'inganno perfetto di Bill Condon, tratto dal romanzo di Nicholas Searle, si basa in maggior parte sull'alchimia indubbia dei due interpreti. Ma dopo aver presentato i personaggi e l'ambiente, il gioco a rimpiattino tra i due diventa lungo e inutilmente complicato.
Va detto chiaramente che scopo della sceneggiatura di Jeffrey Hatcher non è di fare sentire lo spettatore un passo avanti ai personaggi, per cercare di sorprenderlo non tanto sui segreti in sé, ma sul come vengono rivelati.
Il respiro storico, con eventi risalenti alla II Guerra Mondiale, aggiunge poco, se non un po' di melodramma.
Si tratta comunque di un prodotto medio, alla cui credibilità contribuisce l'indubbia bravura degli attori. Gli ultimi minuti di Ian McKellen valgono da soli un film.
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