È sempre complicato distogliere i propri ricordi e un immaginario che si è creato nel tempo quando arriva notizia di un nuovo remake. Soprattutto, risulta più arduo se è una storia senza tempo, raccontata in tanti modi diversi ma tutti che, in qualche modo, hanno ottenuto una certa sacralità. Mettere le mani su Pinocchio è qualcosa di complesso, quanto più del lavoro che il regista potrà andare a fare su quel canovaccio meravigliosamente congeniato da Carlo Collodi ben 136 anni fa.

Oggi arriva al cinema il Pinocchio visto dal complesso immaginario di Matteo Garrone, un nome del nostro cinema italiano che suscita sempre un certo timore reverenziale e innalza di molto le aspettative. Il cast del resto è molto intrigante già solo leggendo i primi nomi: Roberto Benigni, Gigi Proietti, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini; con loro i piccoli Federico Ielapi e Alida Baldari Calabria, la giovanissima Matilda De Angelis, la fantastica Maria Pia Timo e l'attesa interpretazione di Davide Marotta nei panni del Grillo Parlante.

Che sia una trasposizione riuscita o no spetta a ciascun spettatore valutarlo, sulla base del proprio sentire e del proprio gusto. La critica, in quanto tale, è piuttosto divisa sull'esprimere un giudizio uniforme, ma forse il bello del come si prova a ri-raccontare una storia è proprio questo.

Su Fantasy Magazine lo ha visto in anteprima Walter Ferri, e vi proponiamo la sua puntuale recensione.

Pinocchio

Pinocchio

Articolo di Walter Ferri Giovedì, 19 dicembre 2019

Il regista Matteo Garrone torna al fantastico dando vita all'ennesima interpretazione cinematografica di Pinocchio. Riuscirà con le sue fatiche a  proporre qualcosa di nuovo e surclassare le passate pellicole di Disney, Benigni e Comencini?

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Il consiglio, al solito, è di vedere il film senza troppi pregiudizi e se possibile senza lasciarsi condizionare dal confrontarlo a tutti i costi con gli altri adattamenti. Ogni rilettura, in fondo, è figlia del proprio tempo.

Sinossi

Geppetto, un vecchio intagliatore, riceve un pezzo di legno perfetto per il suo prossimo progetto: un burattino. Una volta terminata l'opera, accade qualcosa di magico: il burattino prende vita e inizia a parlare, camminare, correre e mangiare, come qualsiasi bambino. Geppetto lo chiama Pinocchio e lo alleva come un figlio. Per Pinocchio, però, non è facile essere un bravo bambino: lasciandosi portare facilmente sulla cattiva strada, capitombola da una disavventura all'altra in un mondo popolato di fantasiose creature. La sua più cara amica, la Fata Turchina, cercherà di fargli capire come il suo sogno di divenire un bambino vero non potrà mai avverarsi fino a quando non cambierà modo di vivere.