Quest’anno, il Parasite di Bong Joon Ho è sulla buona strada per raggiungere il traguardo dell’Oscar come miglior film straniero. In occasione di un trionfo di critica tanto eclatante, viene localizzato in Italia Memorie di un assassino, film del 2002 a cavallo tra l’essere un classico e il risultare datato.
Trama – Barking
1986, in un villaggio rurale della provincia di Seul, il corpo di una giovane donna viene trovato in un canale di scolo delle acque. Due mesi dopo si verifica un delitto simile, ogni minimo dettaglio sottolinea la presenza di un modus operandi stabile, attribuendo gli omicidi a un serial killer.
La polizia locale forma una squadra investigativa speciale composta da due detective locali, Park Doo-man (Song Kang-ho) e Cho Yong-koo (Kim Rwe-ha), e un agente proveniente dalla vicina metropoli, Seo Tae-yoon (Kim Sang-Kyung). Park e Seo sono agli antipodi, uno l’incarnazione dell'istintualità e della violenza, l’altro un paladino della meticolosità e dell’ordine. Nonostante gli sforzi della polizia, gli atroci crimini si ripetono per mesi, logorando la psiche delle forze dell’ordine e fomentando la diffidenza di stampa e cittadini.
Tecnica – Dogs
Negli ultimi anni il regista Bong Joon Ho si è stagliato per produzioni cinematografiche dal carattere spiccato: i cinefili lo avevano già notato per The Host, Mother e Okja, il grande pubblico per Snowpiercer e Parasite. Vedere a posteriori Memorie di un assassino può essere accademicamente interessante, ma cinematograficamente deludente, se lo si compara agli standard a cui ormai siamo abituati. La pellicola evidenzia i primi brillanti passi di un autore che si è tecnicamente e narrativamente affinato col tempo, ma che all’epoca era ancora incerto e immaturo.
Le vicende narrate si ispirano a fatti di cronaca realmente accaduti e, nel più puro stile di Bong Joon Ho, questi divengono un pretesto ottimale per lanciare sferzanti critiche agli eccessi di ogni sfaccettatura sociale. La violenza della polizia campagnola e le confessioni estorte con la tortura, ma anche le perversioni quotidiane del mondo urbanizzato e il progressivo isolamento dei cittadini: il regista non risparmia nessuno, offendo un'analisi che è al contempo spietata e umana.
Attori – Never
Pur non sbilanciandosi nell’esplicitare il proprio giudizio, Bong mostra una certa simpatia per il protagonista interpretato da Song Kang-ho (Snowpiercer, Parasite), concedendogli un maggiore tempo espositivo e una maggiore profondità psicologica. Lui incarna in figura antropomorfa il passaggio a un nuovo sistema di valori, lo squilibrio storico e generazionale che ha impiegato anni a stabilizzarsi. Non a caso, l’epilogo del suo arco narrativo conclude anche l’intero film, esplorando gli avvenimenti del passato con gli occhi della contemporaneità.
Meno definito è il personaggio di Kim Sang-Kyung (Tale of Cinema, Ha Ha Ha), il quale dovrebbe rispecchiare le eccessive promesse di una modernità affrettata e il conseguente tracollo derivante dal collasso del sistema. Arrivato dalla città, il suo Seo Tae-yoon cerca di razionalizzare ogni elemento, che sia legato all’indagine o alla sua vita privata, e quando le sue logiche vengono meno, lo sconforto lo stravolge. Per limitazioni del copione, Kim si trova a vestire i panni di un personaggio comprensibile, ma privo del dovuto approfondimento e gli spettatori disattenti tenderanno a leggerlo come un grande investigatore, piuttosto che come un umano dotato di marcati difetti.
Conclusione – Bite
Memorie di un assassino è un buon film, ma è anche un prodotto imperfetto. A spingere alla sua localizzazione, più del merito, è la speranza di poter cavalcare l’onda del successo di Parasite. Non si può che felicitarsi del fatto che, nonostante gli anni di ritardo, i cosiddetti film “autoriali” orientali vengano finalmente distribuiti, ma vale la pena mettere in dubbio la validità di un modello tanto precario. Film come Gozu sono fuori distribuzione ormai da anni, mentre buona parte della filmografia di Park Chan-wook non è mai arrivata sui nostri lidi.
Bong Joon Ho è un ottimo autore e Memorie di un assassino merita di essere visto da tutti i suoi fan, ma c’è da chiedersi se tra tutti i lungometraggi mai portati in Italia questi meritasse davvero la priorità assoluta.
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