Una nuova frontiera del turismo di lusso: un’isola esotica in grado di esaudire le fantasie segrete dei propri ospiti. Questo è il sogno concretizzato da Fantasy Island, ma come spesso capita ciò che pensiamo di desiderare non coincide necessariamente con quello che finiamo con l’ottenere.

Trama

Un gruppo di giovani adulti si riunisce su un’isola sconosciuta per pernottare in un resort che offre sibillinamente di esaudire i loro sogni più profondi. Il manager, Mr. Roarke (Michael Peña), non scende mai nei dettagli di come le loro richieste possano essere concretizzate, semplicemente li preleva uno a uno per accompagnarli all’inizio di un percorso al limite dell’onirico.

Una vita di eccessi, risolvere vecchi rimpianti, vendicarsi di torti passati: i sogni dei protagonisti variano per complessità e per tema, ma tutti si dimostrano irrimediabilmente condannati a corrompersi in incubi letali. L’unica speranza di salvezza è decifrare il segreto dell’isola e opporsi all’inarrestabile fluire della fantasia.

Tecnica

Fantasy Island è, consapevolmente, un film di serie B e sarebbe potuto essere anche un ottimo prodotto d'exploitation, se solo avesse avuto il coraggio di emanciparsi dal modello economico che lo vuole accessibile agli adolescenti. L’idea di base, quella di un’isola che esaudisce i desideri, si presta naturalmente all’analisi morale dei risvolti umani, ma un simile approccio, già adeguatamente esplorato dalla serie TV a cui il film si ispira, avrebbe richiesto un intervento autoriale ben lontano dalle possibilità di Blumhouse Productions.

Riconvertire la trama in un horror è stata una strategia tutto sommato brillante, ha predisposto un contesto trucemente intrigante che tuttavia non viene mai adeguatamente valorizzato. Il regista-autore Jeff Wadlow (Kick-Ass 2, Obbligo o verità) non ha voluto/potuto indulgere nell’intrattenimento splatter, annichilendo definitivamente la possibilità di farci godere di quel divertimento peccaminoso che ha reso popolari saghe quali Wishmaster. Complessivamente, Fantasy Island è tecnicamente competente, ma è anche afflitto da una profonda mediocrità e da un totale vuoto creativo. 

Attori

Il casting si china a sua volta all’atteggiamento “da battaglia” dell’intero progetto e chiama alle armi attori da sempre relegati a ruoli marginali. Michael Peña (CHiPs, Narcos: Mexico, Ant-Man) e Maggie Q (Divergent, Priest) sono i soli a poter vantare un curriculum degno di nota, ma il loro nome sarà comunque ignoto ai più. Vuoi per inabilità recitativa o per la debolezza del copione, nessuno riesce a stagliarsi significativamente, men che meno a essere memorabile. Ancor più, i ruoli sono tutti incentrati su un colpo di scena che ha poco senso e che il regista non si è sforzato di anticipare previa una saggia direzione dei suoi attori.

Come sempre, fa piacere rivedere Kim Coates (Silent Hill, Resident Evil: Afterlife) e Michael Rooker (Guardians of the Galaxy, Jumper), ma le loro parti sono del tutto marginali e la loro presenza desta più un piacere feticistico che un sincero interesse. Da notare anche che Portia Doubleday (Mr. Robot, Lei) rivesta un ruolo affine a quello che aveva interpretato in Carrie, ovvero quello di una bulla da liceo che rovina la vita alle compagne di classe. Importante? Assolutamente no, ma sembra che Wadlow sia molto compiaciuto dall'arguzia dell'aver creato una connessione tra i due film.

Conclusioni

Fantasy Island è il frutto di una strategia di produzione dal dubbio gusto e dal sicuro successo: finanziare horror da quattro soldi con la tacita certezza di rientrare nelle spese. Con un budget di “appena” $7 milioni e incassi previsti per un ammontare di $12/14 milioni, il rischio dell'investimento è ampiamente coperto dai potenziali profitti, in più gli studios sono sempre mossi dalla speranza di azzeccare una hit horror che si riveli un blockbuster.

Pur immettendo sul mercato una mole significativa di film mediocri, Blumhouse Productions riesce infatti occasionalmente a dare vita a prodotti popolari e/o acclamati dalla critica. Scappa – Get Out, Split, Insidious, The Purge, Paranormal Activity escono tutti dalle loro scuderie e sono tutti lungometraggi che si sono accattivati successi economici disarmanti. Fantasy Island non sarà sicuramente tra questi, visto che il miglior modo di approcciarvisi è ignorarlo del tutto.