Ritorna Wuba, ibrido umano/mostro, ponte tra due mondi che diffidano l'uno dell'altro. Questa volta dopo essersi ricongiunto ai mostri il piccolo dovrà peregrinare per sfuggire alla caccia del Re dei Mostri, ma anche degli umani timorosi. Verrà in suo aiuto Tu Sigu (Tony Leung), un'autentico truffatore in combutta con il mostro BenBen. Nel frattempo i "genitori" umani di Wuba, ossia la madre adottiva Huo Xiaolan (Bai Baihe) e il padre Song Tianyin ( Jing Boran) s'imbattono nella potente gilda dei Cacciatori di Mostri, che dà la caccia al piccolo perché lo ritiene una minaccia.

Da queste premesse prende il via un'avventura densa di situazioni pericolose, di combattimenti coreografici, invenzioni visive di ogni tipo.

Le avventure di Wuba – Il piccolo principe zucchino, film cinese del 2018 diretto da Raman Hui, co-regista di Shrek 3 e regista di cortometraggi animati. è il seguito del fortunato Il regno di Wuba, del 2015, dello stesso autore. Come il primo film è stato in patria un successo commerciale. Si tratta di un film che mescola con perizia gli attori dal vivo con i mostri in computer grafica. La saga è nota nel resto del mondo come Monster Hunt. I due film della serie hanno incassato rispettivamente 387 e 361 milioni di dollari in tutto il mondo, dei quali la maggior parte in Cina e mercati asiatici. Il primo film è stato un flop negli Stati Uniti (32.766 dollari) mentre in Italia ha comunque incassato oltre un milione di dollari (Fonte BoxOfficeMojo). Meglio è andato negli USA Monster Hunt 2, con 706.153 dollari incassati, anche in questo caso la parte del leone l'hanno fatta i mercati asiatici, in primis la Cina con oltre 356 milioni di dollari (Fonte BoxOfficeMojo).

L'analisi dei comportamenti dei mercati è funzionale all'analisi del possibile interesse per il film in Europa.

Fermo restando che narrativamente e tecnicamente si tratta di un prodotto assolutamente paragonabile ai migliori prodotti per ragazzi che ci arrivano da Hollywood, rimane la profonda differenza di immaginario visivo alla quale siamo abituati.

La struttura narrativa del film infatti non si differenzia dai nostri "viaggi dell'eroe", presentando anche figure archetipiche assolutamente sovrapponibili. Tu Sigu per esempio, ricorda molto Han Solo, figura inizialmente presentata come negativa che persegue solo i suoi interessi, salvo diventare poi un eroe.

Siamo disposti a vedere raccontate storie simili a quelle che ci raccontano da sempre, ma con profonde differenze visive e con un diverso gusto? Tre le differenze sostanziali non ci sono solo gli stilemi visivi, nomi ed etnia dei personaggi, ma anche una diversa del concetto di coerenza narrativa, che nel mondo orientale non è un dogma da osservare con fede. Quello che il film privilegia è il gusto del divertimento e dell'emozione, che non manca.

Un film consigliato per aprirsi a visioni di mondi fantastici con una matrice diversa da quelle a cui siamo abituati, divertendosi per oltre un'ora e mezza con spensieratezza.