Spiriti vendicativi, fantasmi omicidi che seminano miseria e distruzione in un sobborgo statunitense, dando il via a una serie di atroci delitti: a distanza di undici anni, torna al cinema la serie The Grudge.
Trama
I detective Muldoon (Andrea Riseborough) e Goodman (Demián Bichir) incappano in un cadavere sfigurato che si ricollega per vie traverse alla casa sita al 44 di Reyburn Drive, un edificio che già in passato era stato scena di un crimine sanguinoso. La naturale evoluzione delle indagini porta Muldoon a visitare la palazzina e a incontrare la sua folle abitante, Faith Matheson (Lin Shaye). Sul divano trova accasciato il corpo putrefatto di suo marito William (Frankie Faison), ennesima vittima di una serie di omicidi che sembrerebbero ingiustificabili.
Muldoon indaga ossessivamente sul caso, ma le tetre vicende le si legano addosso e lei inizia ad avere orride visioni e a confondere il mondo allucinatorio con quello reale. I mostri che la perseguitano diventano sempre più reali, imponendole di scoprire la verità dietro agli avvenimenti misteriosi prima che sia troppo tardi.
Tecnica
Scritto da Nicolas Pesce, da una storia di Nicolas Pesce, diretto da Nicolas Pesce, ma chi è Nicolas Pesce? È un giovanissimo regista che nel 2016 si era fatto notare tra i fanatici del cinema indipendente per il suo The Eyes of My Mother, un horror non particolarmente eclatante, un'opera di debutto certamente meritevole di rispetto. Nicolas Pesce manca però di gavetta e in The Grudge mette in scena tutte le sue debolezze.
La regia è traballante, incerta, non riesce a creare atmosfera o ritmo. Complessivamente ha un approccio grezzo che ricorda molto quello tipicamente riconducibile alle produzioni per l’infanzia dei primi anni ‘90, che sia Air Bud o le Tartarughe Ninja alla riscossa. Avendo poco da offrire, il film indulge con opulenza nei jump scare, ma un tale abuso diviene stucchevole in brevissimo tempo, portando gli spettatori allo sbadiglio sfrenato. Pesce riesce a offrire un minimo di tensione solamente con l’inquadratura dei titoli di coda, ma anche quel tenue successo finisce con l’esaurirsi nel nulla.
Attori
Andrea Riseborough (Animali Notturni, Birdman) interpreta con sorprendente dedizione la sua parte, così come fanno anche William Sadler (The Mist, Machete Kills) e Demián Bichir (The Hateful Eight, Machete Kills), ma nessuno di loro è in grado di garantire una performance tanto straordinaria da concedere spessore ai loro ruoli. Addirittura molesta è invece Lin Shaye (Ouija, Insidious), attrice la cui presenza è ormai sinonimo di horror a basso budget, se non di una totale assenza di ambizioni artistiche.
Conclusioni
Reboot del remake statunitense del film horror giapponese Ju-On, The Grudge dimostra una mancanza creativa che sfianca e annoia. Non è un’occasione persa perché nasce sin da subito come prodotto derivativo la cui scarsezza di intenti virtuosi è assolutamente trasparente. Nonostante la sua durata contenuta, la pellicola causa sonnolenza e disinteresse, garantendo semplicemente quello che ci si aspetta e che si è già visto migliaia di volte. Da tenere in considerazione solamente se si è particolarmente vulnerabili ai brividi spicci.
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