Uscito nella seconda metà degli anni Ottanta, Labyrinth è stato uno dei film che più ha plasmato l’immaginario fantastico dei millennial. Tra la bizzarra fantasia del marionettista Jim Henson e l’altrettanto insolita performance del cantante/attore David Bowie, Labyrinth è entrato nella storia per la sua atmosfera leggera e pop, atmosfera che ora viene mimata minuziosamente dal gioco di ruolo Labyrinth – Il gioco d’avventura, titolo che prossimamente debutterà in Italia per merito di Need Games.
Ambientazione
Creature fatate di ogni fattezza e statura vivono più o meno armoniosamente all'interno del labirinto sorvegliato dal Re di goblin, eppure, quando il sovrano dimostra eccessi di prepotenza, alcuni esseri possono decidere di ribellarsi e di fronteggiare il tetro leader. Per farlo, questi devono attraversare il dedalo incantato così da raggiungere il castello che torreggia al di sopra della città di goblin. La loro missione deve tuttavia essere completata entro tredici ore, altrimenti trascorreranno il resto della loro esistenza in un confuso oblio.
Labyrinth – Il gioco d’avventura è, di fatto, una perfetta traduzione ludica dell’omonimo film e tutto quello che dovete sapere per godervi l’esperienza lo avete probabilmente già assorbito visionando la pellicola, sia che siate giocatori, sia che rivestiate il ruolo game master. Inutile tergiversare: se siete fan sfegatati non potrete che apprezzare la natura del titolo. Il GdR di Labyrinth non solo ricrea le scene note, ma amplia il mondo fatato con nuovi e inediti passaggi, riuscendo nel contempo a evitare dissonanze con l’ambientazione prestabilita.
Sistema di gioco
Labyrinth – Il gioco avventura offre una serie di regole e indicazioni tanto immediate da far invidia ai party game. Si tratta di norme tanto semplici e informali che il manuale stesso suggerisce di vivere le sessioni di gioco come un momento di massimo svago, magari proiettando il film originale in sottofondo. Il sistema di gioco ideato da Jack Caesar risolve infatti ogni prova di gioco con il lancio di un singolo dado a sei facce: tanto più è alto il risultato, tanto più sarà possibile superare le imprese complesse.
Ai giocatori sono rese accessibili la stirpe umana, quella nanica, i goblin, le bestie cornute, i cavalieri del tempo che fu, i fiammetti e i vermi, ovvero buona parte delle creature comparse nel film. Ogni razza viene caratterizzata da peculiarità immediatamente riconoscibili e che i fan del brand sapranno memorizzare in un battibaleno, allo stesso tempo nessuno di questi elementi specifici andrà a incidere significativamente sulle possibilità del gioco, limitandosi in molti casi a garantire semplici note di colore. Che si interpreti un piccolo insetto o un colosso peloso, gli ostacoli del labirinto saranno perlopiù da affrontare con uno spiccato spirito creativo.
A livello di meccanica narrativa, il manuale non offre una descrizione profonda, piuttosto un’avventura eternamente rigiocabile proposta sotto forma di “librogioco” supervisionato da un narratore che interpreta il Re dei goblin e che può alterare non pochi elementi del proprio regno. Ogni stanza del labirinto rappresenta una Scena a sé, una sfida carica di bizzarie e si sfumature uniche. Nella maggior parte dei casi, superare le insidie poste dalla Scena porta il gruppo a far salire il proprio valore di Progresso, ovvero li avvicina al traguardo della loro avventura, ma se gli ostacoli si dimostrassero insormontabili basta tuffarsi nuovamente nel groviglio di corridoi, sperando di incappare in una via più agevole.
Il manuale
Labyrinth – Il gioco d’avventura si presenta come un volume composto da 294 pagine colorate e illustrate e viene arricchito inoltre da una prestigiosa copertina rigida in tessuto che richiama in tutto e per tutto la sceneggiatura teatrale studiata dalla protagonista Sarah nel lungometraggio.
Aperto il tomo, subito ci si rende conto di una peculiarità più unica che rara: le pagine sono scavate per creare un incavo in cui sono riposti due dadi a sei facce che servono per poter giocare. Una trovata non particolarmente utile e che anzi sul lungo periodo diviene moderatamente molesta, visto che ogni volta bisogna ricordarsi di non farli cadere, ma che contribuisce a rendere memorabili le letture occasionali. Labyrinth – Il gioco d’avventura è tanto un manuale quanto un feticistico oggetto di scena, croce e delizia di un prodotto editoriale che risulta improbabile quanto accattivante.
Il libro si fregia di tre segnalibri di stoffa utili a tenere a portata le Scene affrontate e di un segnalibro di cartoncino che riassume alcune regole essenziali. Praticamente ogni parte dell’oggetto fisico può essere riadattata per espletare una funzione di gioco. Per semplificare la vita a chi supervisiona le partite, inoltre, ogni Scena viene descritta su sole due pagine, così che ogni dato sia immediatamente consultabile.
In ultimo, Labyrinth – Il gioco avventura si riconferma come oggetto collezionistico, più che come base di un gioco di ruolo sfaccettato e longevo. Schizzi e disegni delle creature fatate che abitano il labirinto fregiano tutto il manuale, molte delle quali estrapolate dall’art book The Goblins of Labyrinth, quindi le ultime pagine sono tutte dedicate a una serie di foto del film originale, un tocco di smaccato fanservice che però può essere funzionale per ricordare ai giocatori alcuni elementi dell’immaginario proprio al regno di goblin.
Conclusioni
In senso assoluto, Labyrinth non offre un’esperienza di gioco particolarmente elaborata o longeva, ma non fa neppure finta di essere ciò che non è. Evidentemente non mira a competere con titoli quali Dungeons & Dragons, ma vuole solamente fornire uno svago pop dalla facile fruibilità, senza troppe pretese, come il film che lo ha ispirato.
Labyrinth – Il gioco avventura non vi offrirà quindi l’esperienza ludica definitiva, non vi fornirà i mezzi per strutturare campagne sfaccettate e interminabili, piuttosto vi garantirà la possibilità di immergervi brevemente nello strampalato mondo di Jim Henson e di Labyrinth. Se volete incappare in un gioco di ruolo che sa di party game o se non vedete l’ora di fare un colpo di stato contro David Bowie, questa è il manuale che fa per voi.
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