Un interessante intervento al San Diego Comic-Con @Home ha focalizzato l’attenzione sulla musica nei prodotti di animazione nel panel online intitolato Music for animation che potete trovare per intero in fondo all’articolo. Una chiacchierata frizzante e ricca di aneddoti tra gli addetti ai lavori nell’ambito musicale, con i due moderatori partecipativi e curiosi.
Moderati da Keith David (JJ Villaird's Fairy Tales, Gargoyles) e Alan Tudyk (Frozen, Harley Quinn), sono intervenute le cantautrici Elyssa Samsel e Kate Anderson (Central Park), i compositori Jefferson Friedman (Harley Quinn), Roger Neill (JJ Villaird's Fairy Tales), Sebastian Evans (Tartarughe Ninja) e Tim Davies (Trollhunters: I racconti di Arcadia, Frozen)
Un aspetto spesso dato per scontato nelle produzioni audiovisive è l’importanza della musica. Talvolta il pubblico non si rende conto di quanto un arrangiamento ben progettato sia parte integrante nella narrazione di una storia, per enfatizzare un momento emotivo, per introdurre un personaggio o per esaltarne la personalità. La musica è una colonna portante, rilevante quanto la regia, la buona fotografia, animazione adeguata, capacità degli attori, la validità della storia e anche l’immersività del sistema di gioco nel caso di un videogioco.
Un riassunto degli interventi
Kate Anderson e Elyssa Samsel
Scrivere musica per l’animazione apre a molte possibilità creative e spesso inaspettate, ma molto divertenti. Stando a quanto detto da Kate Anderson e Elyssa Samsel la produzione può chiamare e chiedere loro di scrivere per draghi e gabbiani canterini. Oppure, come successo per Central Park, serie animata di Apple, pensare a delle canzoni per personaggi comuni come il venditore di hot dog o qualcuno che sta remando in barca nel laghetto del parco. In tal modo tutti i personaggi possono avere una parte nella canzone, che poi verrà trasformata in un pezzo rap, o hip-hop, oppure utilizzata per un flashback.
Ci sono molti dettagli nascosti nella produzione di una musica, come per esempio i violini suonati in Central Park, sono le registrazioni delle performance che la stessa Elyssa Samsel eseguiva in pubblico nel parco reale a New York.
Le due cantautrici hanno anche accennato al rapporto con i collaboratori, concordando con gli altri ospiti che quando in un ambiente di lavoro c’è stima reciproca difficilmente si manifesteranno scontri di ego, ma anzi si darà il massimo con rispetto e fiducia per ottenere il miglior risultato possibile.
Jefferson Friedman
Jefferson Friedman invece ha raccontato come abbia guardato ogni produzione della DC prima di scrivere pezzi per Harley Quinn, in modo da non allontanarsi troppo dalla tradizione e nel frattempo realizzare qualcosa di originale. Per caratterizzare invece i nemici, alcuni interpretati da Alan Tudyk, si è ispirato alla cultura popolare, come una versione oscura e angosciante delle musiche carnevalesche per Joker, oppure sempre carnevale ma mischiato al Punk rock per la protagonista Harley Quinn, e ancora suoni barocchi col clavicembalo per enfatizzare la figura di Clayface, l’uomo di argilla.
Sebastian Evans
Quando Sebastian Evans ha dichiarato di aver trovato il giusto “suono ninja” nelle Tartarughe Ninja per donare la giusta atmosfera, spesso unito all’hip-hop, Alan Tudyk è rimasto sorpreso, perché si è sempre immaginato che i ninja fossero silenziosi per tradizione e quindi è stato felice di scoprire che abbia trovato i giusti strumenti per dare loro un certo ritmo. Soprattutto l’uso di hip-hop e musica underground per ricreare l’oscurità della città sotterranea dove vivono le tartarughe.
Roger Neill
Roger Neill invece si è ritrovato a lavorare per King of the Hill, una serie animata ormai storica, in onda in America dal 1997 e arrivata in Italia solo nel 2003. Interessante scoprire che per la colonna sonora di questa serie umoristica ambientata in un “normale” Texas siano state utilizzate delle piccole orchestre. Alcuni episodi infatti riprendono atmosfere da thriller o “alla Hitchcock”, perciò non bastavano semplici chitarre tipiche del luogo.
Tim Davies
Tim Davies ha raccontato il proprio rapporto con le associazioni impegnate a portare un’educazione musicale alle scuole con maggiori difficoltà. La cosa buona dell’avere un discreto successo è quella che ci si può presentare con una certa affidabilità per avviare progetti umanitari importanti.
Tutti i partecipanti hanno arricchito il racconto con spaccati di vita quotidiana, spesso divertenti e assurdi, rapporti con i colleghi e le varie produzioni con le quali hanno collaborato. Inoltre, hanno condiviso la propria disponibilità ad ascoltare giovani compositori che desiderano avere dritte per entrare nell’industria musicale, hanno snocciolato consigli e ricordato come anche loro hanno cominciato allo stesso modo. Contatti iniziati con una chiacchierata dopo un concerto o un pranzo sono diventati delle collaborazioni che continuano tuttora.
Potete seguire l’intero intervento in inglese con sottotitoli automatici in inglese dal canale ufficiale YouTube del San Diego Comic-Con:
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