Sono passati ottant'anni da quando i primi supereroi sono apparsi sulla Terra. L'Unione, supergruppo guidato da Sheldon Sampson alias Utopian (Josh Duhamel), combatte criminali e supercriminali attenendosi a un rigido Codice, da seguire pedissequamente. Tra le regole spiccano quelle di non uccidere mai e di non cedere alla tentazione di interferire nelle grandi vicende storiche umane.
Ma dopo quasi un secolo, è sempre più difficile rispettare queste regole, specialmente per la nuova generazione di eroi, tra i quali i figli di Utopian e di sua moglie Grace, alias Lady Liberty (Leslie Bibb): Brandon (Andrew Horton) e Chloe (Elena Kampouris). Se il primo cerca disperatamente di seguire le orme del padre, pur affrontandone il severo giudizio, la seconda sembra avervi rinunciato, per una carriera da modella, lontana dalle responsabilità dell’Unione.
Tra le due generazioni cerca di mediare il fratello di Sheldon, Walter, anche lui facente parte della sestina di eroi originali, fondatori dell’Unione negli anni ’30, con l’identità di Brainwave (Ben Daniels).
Il gruppo di eroi è quindi lacerato da dubbi interni, dal conflitto tra le generazioni (altri eroi giovani vivono il conflitto di Brandon), nonché minacciato dalle trame di uno dei loro antagonisti più feroci: George Hutchene, alias SkyFox (Matt Lanter), anch’esso facente parte della sestina originale, ma poi ribellatosi al Codice e datosi alla macchia.
Da queste premesse inizia Jupiter’s Legacy, serie ispirata all’omonimo fumetto ideato da Mark Millar e Frank Quitely.
Durante gli otto episodi della prima stagione, oltre allo svilupparsi della trama del tempo presente, che parte dall’incrociarsi dei due temi del conflitto generazionale e del dilemma dell’intervento nelle vicende umane, assisteremo anche alla genesi del gruppo tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30, nel pieno della Grande Depressione. Tema che aggiunge alle prime due tematiche una trama avventurosa che mescola al materiale supereroistico atmosfere lovecraftiane alle avventure in isole misteriose dense di pericoli.
Nessuna delle tre direttive presa da sola spicca forse per originalità, sono già state viste tante volte. Per esempio il tema dell'ingerenza dei super eroi nella vita degli umani è stato esplorato nella maxiserie Squadron Supreme, scritta da Mark Gruenwald nel 1985, ma è ripreso da Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons e dal Miracleman dello stesso Moore e poi di Gaiman. Senza dimenticare Red Son, una miniserie del 2003 scritta proprio da Mark Millar.
Il confronto tra le generazioni diverse di eroi lo abbiamo letto di Kingdom Come di Mark Waid e Alex Ross, e quello tra padri e figli lo troviamo in tempi recenti in The Invicibile di Robert Kirkman, approdato in una serie tv a cartoni animati sulla concorrente Amazon Prime Video.
Ma Jupiter’s Legacy dimostra per l’ennesima volta che è il come le cose si sviluppano che fa la differenza: con un buon cast, una buona messa in scena e una trama dal respiro ampio, da dispiegarsi in molte stagioni.
Questi primi otto episodi sono sono pieni di misteri, scontri spettacolari, di false identità e di plot twist, fino a quello spiazzante del finale, costruito ad arte per farci desiderare al più presto una nuova stagione.
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