Lucky Prescott è una ragazzina dal carattere ribelle che riesce sempre a mettersi nei guai. Sua madre era una cavallerizza morta in un incidente quando lei era molto piccola e il padre, affranto dal dolore l’ha lasciata alle cure dell’amorevole zia Cora. Quando però Lucky combina l’ennesimo disastro, nipote e zia partono alla volta della casa paterna a Miradero per trascorrere l’estate. Qui la ragazzina si trova subito a suo agio immersa nella natura tra montagne e pascoli incontaminati, dove vivono ancora selvaggi branchi di cavalli. Spirit un mustang è stato catturato da un gruppo di mandriani e si rivela impossibile da domare e solo Lucky con molta pazienza riesce a conquistare la sua fiducia. Il gruppo di uomini vuole però impadronirsi dell’intera mandria di Spirit per arricchirsi, così bambina e cavallo devono lottare in sintonia per riuscire a sventare i malvagi criminali.
Spirit – Il ribell è la versione su grande schermo della serie Spirit: Avventure in libertà, creata dalla DreamWorks Animation e distribuita da Netflix. Già la serie era una specie di sequel del bellissimo lungometraggio di animazione del 2002 Spirit – Cavallo selvaggio, uno degli ultimi lavori in 2D della DreamWorks , presentato fuori concorso al Festival di Cannes e candidato come miglior film d'animazione agli Oscar.
Questa nuova versione del 2021 diretta da Elaine Bogan e Ennio Torresan non ha nulla della poesia dell’originale, ma come spesso accade nell’animazione televisiva il messaggio che vuole trasmettere ai bambini, solo pubblico a cui si rivolge, sono i valori dell’amicizia, del coraggio e di credere nelle proprie capacità. Non a caso la protagonista è una ragazzina appena adolescente che con il suo gruppo di amiche, perfettamente rappresentate etnicamente, compie un’impresa coraggiosa in cui gli adulti non avrebbero mai creduto. Ma in Spirit – Il ribelle è soprattutto il rapporto con il cavallo ad essere centrale, raccontando in modo pedagogico il legame speciale che si può creare tra esseri umani e animali, sempre che si dimostri il giusto rispetto per questi ultimi.
Da un punto di vista tecnico il 3D è decisamente più accurato di quello della serie TV ma non è niente di speciale, compreso lo studio del character design affatto originale. L’impressione è che lo standard minimo della DreamWorks sia di per sé una garanzia e che su prodotti di questo tipo non si voglia investire sul versante dell’originalità.
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