Esce nelle sale cinematografiche solo il 28, 29 e 30 giugno Evangelion: Death (True)2 / The End of Evangelion, l'occasione per tutti i fan del cult animato di ritrovarsi e rivivere le emozioni della serie, oppure per incuriosire coloro che hanno sempre sentito parlare di Evangelion ma non hanno mai avuto l'occasione per vederlo sull'ormai storico canale MTV o in home video. Difficilmente i neofiti totali proveranno lo stesso coinvolgimento emotivo di chi ha accompagnato i protagonisti per oltre venti episodi, ma non rimarrà sprovvisto delle informazioni principali per comprendere la trama generale.
Per la precisione non siamo di fronte a prodotti nuovi, bensì un imponente riassunto dei punti chiave della serie originale e un lungometraggio ideato apposta per concludere definitivamente la storia, già distribuiti da noi in home video nei primi anni Duemila, completamente slegato dai recenti film Rebuild of Evangelion (1.0, 2.0, 3.0), che sono una sorta di reboot.
La trama generale è semplice: delle entità chiamate Angeli, creature immense con poteri unici e dall'aspetto disturbante, attaccano la Terra cercando di provocare una catastrofe planetaria. Per contrastarle l'umanità utilizza gli Evangelion, meglio conosciuti come Eva, macchine antropomorfe pilotate da adolescenti scelti secondo criteri molto precisi.
Tuttavia questa è soltanto la facciata, giusto una copertina, perché si scoprirà che la corazza dell'Eva non è solo una protezione al macchinario, bensì un guscio per qualcosa di più, così come la provenienza degli Angeli viene approfondita, il tutto condito da un preciso progetto molto accurato e pianificato, in una narrazione composta anche da simbologia ispirata dalla religione. Neon Genesis Evangelion è fantascienza introspettiva allo stato puro, un racconto di formazione del protagonista che finalmente con questo film giunge a compimento. I robottoni, simbolo identificativo della serie, sono solo un pretesto per indagare profondamente l'animo umano.
Con Death (True)2 si «torna a casa» in un viaggio nei ricordi e con un po' di nostalgia per chi seguiva l'anime in TV. Un montaggio non cronologico ma accurato e ben ponderato dei momenti principali dell'anime originale che funge da riassunto per arrivare alla conclusione, l'End of Evangelion, appunto. Quest'ultimo è composto in due parti che assumono i titoli di episodio 25 e 26, di fatto cancellando il finale della serie che aveva tanto deluso gli spettatori perché ritenuto troppo cervellotico e inconcludente.
Se la prima parte di End of Evangelion è una prosecuzione del tono e delle dinamiche della serie, sempre simbolica ma più concreta (sì, il termine "concreto" non è adatto a un prodotto come Evangelion, ma calza come metro di paragone), la seconda parte lascia del tutto andare i freni scatenandosi in una sequela di elucubrazioni e immagini simboliche, gioca con le proporzioni per indurre angoscia e allo stesso tempo affascinare, in sequenze davvero surrealiste e metafisiche.
Per chi come me ha seguito con grande interesse la serie, ogni settimana, su MTV, nei primi anni duemila, era proprio necessaria l'introduzione di Death perché poi non ho mai più visto nulla relativo a Evangelion per almeno tre lustri. All'epoca ero coetaneo di «Stupishinji» e devo ammettere che mi scatenai nella ricerca dei significati della cabala e delle varie simbologie condivise qua e là nei forum a tema anime. Se come me foste a digiuno di Evangelion da molto tempo probabilmente lo rivedrete con occhi diversi. L'animazione, inoltre, non risente minimamente del peso degli anni; eccezionale.
Gli stessi distributori ci tengono a precisare che il doppiaggio è quello Dynit, perciò niente «stato di furia» né «apostoli» all'orizzonte.
Naturalmente Evangelion è un prodotto che difficilmente lascia indifferenti, tuttavia, anche se aveste già visto The End of Evangelion in home video quando uscì la prima volta assicuro che vederlo al cinema è un'esperienza del tutto diversa rispetto allo schermo televisivo (e per me era ancora in CRT, tra l'altro). Avevo la pelle d'oca sulla musica del momento in cui l'Eva 02 in Death entra in azione per la prima volta, saltando fuori dalla nave coperto con un enorme telo simile a un guerriero ronin o un pistolero mercenario; e difficilmente dimenticherò il grido straziante dell'Eva 01 sparato in Dolby Surround quando entra in modalità berserk. Mi sentivo come e fossi io stesso a bordo. Terrificante e bellissimo allo stesso tempo.
Non si tratta di un film per famiglie, infatti all’uscita il film fu vietato ai minori di quattordici anni in Italia. Ricordiamoci che è di sicuro animazione di grandissimo spessore, ma propone dei contenuti non adatti a un pubblico molto giovane.
La visione in sala cinematografica, quindi, è capace di offrire un'esperienza del tutto inedita e consigliata, sia per la qualità video e audio, che rendono pienamente giustizia al prodotto, sia perché affrontare nuovamente Evangelion dopo tanti anni dalla prima messa in onda sicuramente smuove qualcosa di diverso nello spettatore.
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