Perché una guida al fantasy? 

Lo scopo di una guida è sempre quello di aiutare a orientarsi, e magari fornire qualche suggerimento su località che valga la pena visitare. La metafora del viaggio si adatta molto bene all’esperienza di chi legge fantastico: il fantasy è un territorio in continua espansione, che cresce più in fretta di quanto si riesca a mapparlo. È davvero facile perdersi nelle decine di sottogeneri se non se ne riconoscono origine e punti di contatto.

Inoltre, una guida è uno strumento tascabile, un bigino con le informazioni fondamentali su quel monumento o quella città. E noi abbiamo cercato di fare proprio questo, passando al setaccio moltissimo materiale sviluppatosi nell’ambito della critica letteraria accademica (la cui applicazione al fantasy è piuttosto recente) per costruire un itinerario che soddisfi sia neofiti che esperti.

Cosa ha di diverso il vostro approccio, rispetto ad altri, cosa trova di nuovo nel vostro manuale, chi legge? 

Rispetto a un tradizionale manuale di scrittura, la nostra guida si rivolge a persone che scrivono perché sono in primo luogo lettori e lettrici. In effetti, noi proponiamo strategie per un’analisi critica della narrativa fantasy, perché crediamo che non si possa essere scrittori e scrittrici senza essere soprattutto persone che amino leggere e vogliano farlo senza fermarsi alla superficie. Per questa ragione i nostri saggi sono pieni di esempi: vogliamo che la guida dialoghi con il resto del corpus fantastico, unendo la necessità di sintesi al desiderio di apertura verso le opere degli autori e autrici che amiamo… Sempre con un occhio di riguardo all’attualità e al tesoro nascosto, a libri contemporanei che hanno però molto da dire. Non molto Tolkien o Martin, quindi; ma Bardugo, Dabos, Morgenstern, Pederiali…

Di che argomenti vi occuperete nelle varie uscite? 

Le prime tre uscite saranno quelle più “tecniche”: prima di scalare una montagna bisogna preparare mappe, corde e scarponi… Per noi non è diverso. Abbiamo costruito una mappa dei sottogeneri del fantasy divisi per tono e contenuto, per facilitare chi si approccia per la prima volta al genere (ma anche chi si trova a dover definire il proprio romanzo prima di inviarlo a un editore!). E poi l’elefante nella stanza: elaborare una definizione di fantasy, annosa questione che non manca di accendere gli animi.

I numeri successivi sono di più ampio respiro, dedicati ad esempio ai Mondi Secondari, o ai sistemi magici. Oltre agli argomenti specifici di ciascun volume, ciò che troverete in ogni guida sono decine di citazioni, estratti, titoli dal primo ‘900 ai giorni nostri. Proposti sempre, però, in maniera critica: giustapposti e confrontati per metterne in evidenza punti di forza o problematiche.

Come lavorate con la scrittura a quattro mani? 

Sembrerà paradossale, ma scrivere a quattro mani ci viene più naturale che scrivere in solo. L’idea di poter portare a termine un progetto singolarmente, senza l’intervento dell’altra… Quello sì che è strano!

Sarà che scriviamo a quattro mani da più di 15 anni che, giorno più giorno meno, è da quando ci conosciamo. Questo ha certamente avuto un impatto sulla nostra crescita stilistica e sul nostro metodo di lavoro, ormai consolidato. Passiamo da periodi di intenso brainstorming, a giorni dedicati a ricerche, scalette, sinossi e schede varie. La fase di scrittura vera e propria non viene suddivisa a tavolino: una di noi inizia a scrivere e procede fin dove vuole o può; l’altra proseguirà da quel punto e via così. Ci sono scene più nelle corde di una (e allora starà a lei scriverle) o dialoghi più nelle corde dell’altra. Non mancano i colpi bassi vicendevoli: ogni tanto il pezzo finisce sul più bello (o sul più brutto) e la patata bollente viene passata all’altra senza avvisi di sorta. È il nostro personale modo per divertirci, ma non lo consigliamo certo ad altr* autor*.

Scrivendo insieme da così tanto tempo siamo in grado di procedere con uno stile uniforme che non mostri troppo il cambio di mano. Ad ogni modo, in fase di revisione sistemiamo anche questo aspetto, dando omogeneità al testo.

Perché leggere fantasy oggi? 

Il fantasy – e la letteratura fantastica in generale – ha in sé un’estrema varietà di temi e ambientazioni che la narrativa mimetica non possiede. Se apri un giallo o un romance sai già cosa troverai: un mistero e una storia d’amore. In un fantasy troverai un mondo intero, tutto da scoprire. Ogni volta si parte per un’avventura, con occhi e vissuti diversi dai propri. Può portare lontano nel tempo e nello spazio, può sperimentare soluzioni che nel mondo reale ci sembrano impossibili – e dimostrarci che potrebbero non esserlo. Come da ogni viaggio, se ne può uscire cambiati, magari migliori, e con qualche strumento in più per guardare al nostro presente-futuro con maggiore consapevolezza. Chi crede che il fantasy non parli di attualità e sociale, dovrebbe proprio leggere la nostra guida, l* faremo cambiare idea!

Date qualche consiglio di lettura fantasy.

Ormai si sarà capito, siamo per letture fantasy moderne, sia per penne che per tematiche. Il mare senza stelle di Erin Morgenster ci ha favorevolmente colpito con un worldbuilding curato, un protagonista lontano dagli stereotipi e uno stile fluido. Un altro titolo che ci è piaciuto, letto di recente, è La nona casa di Leigh Bardugo. Un urban fantasy che coniuga l’esoterismo con tematiche sociali e razziali, capace di restituisce un’ottima critica al sistema collegiale statunitense, ambientazione che solitamente all* autor* di urban fantasy piace tanto romanticizzare.

E se proprio si vuole andar a pescare in tempi un po’ più lontani, Il tesoro del Bigatto di Giuseppe Pederiali. Un gioiello nostrano spesso dimenticato, avvolto dalla nebbia della Pianura Padana dove la vicenda si snoda. Esempio perfetto di come l’Italia e la sua tradizione possono essere terreno fertile per la letteratura fantastica.