Robert Silverberg è uno scrittore del quale moltissimi appassionati di fantascienza più attempati avranno letto qualcosa. Attivo sin dalla giovane età, in questo volume si presenta essenzialmente come un appassionato, un vorace lettore che ha sentito sempre come irrefrenabile l'impulso di raccontare delle storie del genere letterario di cui è appassionato.
La prima parte di Scrivere Fantascienza è costituita quindi anche dal racconto di come un giovane entusiasta, con tutte le ingenuità dell'esordiente, si sia gradualmente trasformato in un narratore esperto.
Una testimonianza che potrebbe calzare in qualsiasi realtà editoriale, fatta eccezione per i risvolti meramente economici. Se infatti tutto quanto riguarda l'apprendere come trasformare le idee in buone storie è universale, in un mercato nel quale è praticamente impossibile guadagnare abbastanza da mantenersi scrivendo la fantascienza, come quello italiano, non sono applicabili i consigli su come fare della scrittura un mestiere.
Silverberg in fondo non crede troppo alle regole e, in buona sostanza, la sintesi dei suoi ragionamenti è che scrivere è quello che rende tale uno scrittore, una parola dopo l'altra.
Quello che ritengo applicabile anche alla nostra realtà, è il racconto di come in fondo se la scrittura è un esercizio solitario, non è da solitari essere uno scrittore.
La differenza sembra sottile ma è fondamentale. Silverberg racconta di come, attraverso la conoscenza di altri appassionati come lui, si sia sempre sentito parte di una comunità. Appassionati che hanno cognomi "pesanti", come Asimov, Ellison, Dick, Heinlein o Sturgeon.
Nel mio piccolo, riconosco la sensazione. In una convention, o in una chiacchierata con altri scrittori, si ricevono, più o meno consapevolmente, stimoli a proseguire nella propria passione. Ma non tanto per effetto di complimenti o di critiche, aspre o costruttive che siano, pur importanti. È proprio l'effetto benefico dei giorni passati in vicinanza di spiriti affini a fare la differenza, a farti mettere davanti al pc sin dal giorno successivo.
In quest'ottica vanno quindi lette le schede sugli autori che costituiscono la seconda parte del libro. Non schede critiche o biografie da enciclopedia, bensì ricordi del tutto soggettivi, e pertanto parziali, degli uomini prima ancora che degli scrittori. Alcuni molto toccanti.
Scrivere Fantascienza non è un saggio su come diventare scrittori, ma il racconto di cosa significhi vivere con la passione della scrittura.
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