Qualcosa di strano accade in una piccola città dell’Oklahoma. Lì sono appena giunti Callie (Carrie Coon) e i suoi figli Trevor (Finn Wolfhard) e Phoebe (Mckenna Grace). Callie deve reclamare l’eredità del padre morto da poco, consistente in una vecchia casa piena di segreti. Il padre di Callie, un vecchio eccentrico chiamato in paese Zappaterra, non era un agricoltore, ma lavorava a strani progetti scientifici. Nella sua casa infatti i ragazzi trovano delle attrezzature che ricordano quelle di un gruppo di altrettanto eccentrici personaggi che negli ’80 salvarono il mondo da una invasione di fantasmi da un’altra dimensione. Qual è il legame che lega madre e figli agli Acchiappafantasmi?
I tre non lo scopriranno da soli, in loro aiuto accorreranno Chad (Paul Rudd), un professore disposto a credere nei fantasmi, Podcast (Logan Kim) un simpatico ragazzino che entra subito in sintonia con Phoebe, e Lucky (Celeste O'Connor), che lavora come cameriera nello stesso fast food di Trevor. E nel frattempo, gli toccherà trovare un modo per salvare il mondo, magari scoprendo che sia il caso di scoprire chi chiamare per farsi aiutare.
Di cosa parla, in sintesi Ghostbusters: Legacy diretto da Jason Reitman, anche sceneggiatore insieme a Gil Kenan? Innanzitutto, prima di essere una fantacommedia è un film che parla di persone che cercano se stesse, le proprie radici, il proprio posto nel mondo. Callie e i suoi figli hanno un grosso vuoto nella loro vita, motivo per il quale Callie non può che provare rancore per un padre che l’ha abbandonata per dare la caccia ai suoi fantasmi. Che questa caccia sia stata letterale e per nulla figurata è la molla che porterà i protagonisti avanti nella storia, con tre archi narrativi che s’incroceranno come flussi protonici. Ciascuno di loro avrà un compagno di percorso, con un mentore che li guiderà in modo inaspettato.
Difficile analizzare oltre se non si vuole trasgredire lo spassionato appello che Jason Reitman ha fatto mediante un video per chi ha visto il film in anteprima, ovvero: No spoiler.
Qualcosa però si può dire su come questo seguito è stato impostato. Ovvero su come abbia ripreso con sapienza gli elementi fondamentali della saga, citandone i momenti topici (vi ricordate che in Ghostbusters a un certo punto gli Acchiappafantasmi venivano rinchiusi in prigione, vero?), non sbagliando mai i tempi e i modi i in cui questi elementi vengono mescolati, ovvero con quella leggera variazione che fa apparire nuovo e fresco qualcosa di già visto.
C’è il fan service, c'è la commozione per il dovuto omaggio ad Harold Ramis, ma senza mai tradire od oscurare la storia da raccontare e la crescita dei personaggi. La differenza, il valore aggiunto di Jason Reitman alla saga iniziata da suo padre, è proprio questa. Se in Ghostbusters il modulo era improntato a una staticità dei personaggi, sempre uguali a se stessi dall’inizio alla fine, i nuovi Acchiappafantasmi sono personaggi che hanno necessità di crescere, anche appoggiandosi alle spalle di chi li ha preceduti, per poi proseguire nel proprio percorso. In tal senso è anche da intendere il modo in cui i “vecchi” personaggi sono introdotti nel film. Se infatti è scontato il loro arrivo in scena, prima o poi, lo è meno il modo in cui si palesano. Ci sarà il giusto spazio per tutti, senza dimenticare che il film è del nuovo cast.
Non è ben chiaro il motivo per cui nel nostro paese Ghostbusters: Afterlife sia diventato Ghostbusters: Legacy. In realtà posso dire che se il titolo originale, traducibile come Aldilà, ha un senso molto chiaro nella dinamica del film, anche la parola Eredità, traduzione di Legacy, è indicativa del senso generale del film.
Jason Reitman nel video introduttivo ci ha detto che durante le riprese aveva accanto per tutto il tempo il padre Ivan, lasciando intendere che non sia stato facile averlo accanto. Al di là delle gag promozionale va reso onore al figlio di avere approcciato il lavoro del padre sia con l’intenzione di riprenderne al meglio lo spirito, sia con quella di farne una cosa propria, raccontando qualcosa che è allo stesso tempo uguale e molto diverso.
Lo ammetto, ci sono elementi poco oggettivi nella mia valutazione. Pezzi di sceneggiatura non sembrano quadrare a una prima visione e andrebbero approfonditi meglio. Ma un’altra cosa che non posso negare è quando abbia trovato commovente il film, non solo per l’effetto nostalgia, ma anche per il delicato approccio al tema familiare.
Reitman è riuscito nell’impresa non solo per la sua regia misurata e pulita, per aver dato ritmo al film, ma anche in virtù di un ottimo cast, nel quale forse alla fine Paul Rudd è sembrato sotto utilizzato rispetto al suo noto potenziale. Ma è anche vero che sono i ragazzi, gli Acchiappafantasmi del presente e del futuro, ad avere la parte del leone.
La missione di Ghostbusters: Legacy può dirsi compiuta.
PS: Restate fino alla fine, perché ci sono ben due scene, una poco dopo l’inizio dei titoli di coda, una proprio alla fine di tutto.
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