Martedì scorso è stato ufficialmente aperto Hong Kong Disneyland.
L'investimento profuso nel parco divertimenti è stato più di 4 miliardi di dollari americani, uno sforzo che però dovrebbe essere ripagato ben presto, visto che offrirà opportunità di lavoro a ben 18.400 persone nell'immediato e creerà altri 17.400 posti entro la fine dell'anno, mentre gli incassi sono stimati nell'ordine di 148 miliardi di dollari di Hong Kong (pari a 27 miliardi di dollari USA) nell'arco dei prossimi 40 anni.
Stime reputate tuttavia ottimistiche da Tao Dong, l'economista asiatico di maggior spicco presso la Credit Suisse, il quale non nega certo che l'operazione porterà benefici per l'economia di Hong Kong, ma non certo nell'ordine auspicato dalle autorità locali.
Ai costi iniziali di cui sopra vanno aggiunti quelli sostenuti dal Governo (azionista al 57% del parco divertimenti) per le relative strade e infrastrutture, per un totale di 13 miliardi e mezzo di dollari di Hong Kong, a cui vanno sommati circa altri sei miliardi presi in prestito.
La Disney californiana è invece l'azionista di minoranza, e ha investito nell'operazione appena 2 miliardi e 45 milioni di dollari di Hong Kong, cioè circa un decimo del totale.
La Disney si aspetta 5 milioni e mezzo di visitatori durante il primo anno, di cui un terzo provenienti dalla Cina. Un numero imponente ma, tuttavia, piuttosto piccolo se paragonato all'affluenza dello scorso anno nelle sole Tokyo e Parigi disneyane (rispettivamente con 25 milioni e 12 milioni e mezzo di visitatori) .
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