William Hurt, attore premiato con l'Oscar per Il bacio della donna ragno di Hector Babenco nel 1986, è morto domenica scorsa a 71 anni scorsa per cause naturali. A darne notizia è stato il suo amico Gerry Byrne.
Hurt era nato il 20 marzo 1950 a Washington, DC.
Come attore fu attivo nel cinema sin dagli anni '80, reso celebre da Stati di Allucinazione (1980) di Ken Russell, da Brivido Caldo (1981) e Il grande freddo (1983) entrambi di Lawrence Kasdan.
È stato candidato altre due volte all'Oscar, per Figli di un dio minore (1986) e Dentro la notizia (1987).
Nella sua lunga carriera ha ricoperto molti ruoli con svariati e acclamati registi, e tanti nel cinema fantastico.
Oltre che per Stati di Allucinazione, film ai confini del fantastico, lo ricordiamo in Fino alla fine del mondo (1991) film fantascientifico di Wim Wenders, come Duca Leto nella miniserie Dune (2000) prodotta da Sci-Fi Channel, nel ruolo del generale e poi Segretario di Stato Thaddeus Ross in L'incredibile Hulk (2008), Captain America: Civil War (2016) e Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e Black Widow (2021). Nella fantascienza lo ricordiamo anche nello sfortunato adattamento cinematografico di Lost in Space (1998), in Dark City di Alex Proyas (1998), A.I. (2001) di Steven Spielberg, The Village di M. Night Shyamalan (2004) e nella prima stagione serie Humans (2015).
Non è di genere fantastico ma segnalo, come ultima perla della sua carriera, il ruolo di Donald Cooperman nella serie Goliath, perfido antagonista dell'avvocato Billy McBride interpretato da Billy Bob Thorton.
Il mio ricordo personale resterà legato ai film della mia prima formazione cinematografica e al personaggio di Ned Racine in Brivido Caldo, ovvero Body Heat, scritto e diretto da Lawrence Kasdan come esercizio degli stilemi del noir classico, al quale veniva aggiunto erotismo esplicito e ambiguità anni '80. Un personaggio inquietante, dalla morale dubbia, che si ritrova in un gioco più grande di lui, ingannato più volte dalla dark lady interpretata da Kathleen Turner. Da quel momento in poi, non ho smesso di apprezzare Hurt anche in ruoli minori, quasi sempre a metà miscuglio tra eroi e antieroi, interpretati con quel viso da persona pacata e assennata facciata di una realtà più complessa di quanto non apparisse in superficie, in bilico tra moralità e immoralità.
Agli amici e familiari di Hurt indirizzo il mio personale cordoglio e quello della redazione.
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