Due giovani freeclimber decidono di arrampicarsi su una vecchia e arrugginita torre di trasmissioni, alta circa 700 metri, per spargere da lì sopra le ceneri del marito di una delle due, morto circa un anno prima durante una delle arrampicate. Cosa può andare storto?
Questo potrebbe essere la sintesi di Fall, survival action diretto da Scott Mann che racconta una storia di soppravvivenza, di confronto con se stessi, di elaborazione del lutto e di espiazione.
Si tratta di un film certo costruito con cura, senso del ritmo e della suspense. In ogni minuto può accadere qualcosa di pericoloso alle protagoniste, non solo durante l'arrampicata. Le ragazze, partono come se fossero a una scampagnata. E in effetti, per delle persone abituate ad arrampicarsi su pareti di roccia, una scala per quanto lunga non sembra un insidia.
Eppure, dopo essere salite in cima e aver perso l'unica via del ritorno per il crollo della scala pericolante, presto si trovano a confrontarsi con le regole della sopravvivenza più elementari: procurarsi acqua, cibo, riparo, cercando di segnalare la propria posizione a possibili soccorritori. Come sia possibile, o non sia possibile, in cima a una "piattoforma larga quanto una pizza", sarà compito dello spettatore scoprirlo.
La torre del film è basata su strutture realmente esistenti e la regia, gli effetti visivi e il ritmo impresso alla vicenda rendono l'esperienza cinematografica credibile.
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