Burt Berendsen medico e Harold Woodman avvocato di colore, sono due reduci della prima guerra mondiale che vivono a New York, e che con le loro professioni cercano di aiutare ex soldati come loro. Dopo la morte sospetta di un generale in congedo si ritrovano ad indagare sulla sua morte. Ben presto però loro stessi vengono accusati di omicidio, trovandosi coinvolti in una storia in cui risultano essere i pesci più piccoli di un complotto internazionale. Durante le indagini s’imbattono anche in Valerie Voze, l’infermiera che aveva salvato ad entrambi la vita durante la guerra, e alla quale si erano legati con una profonda amicizia che li aveva portati a vivere insieme ad Amsterdam, una città senza pregiudizio in cui tutto sembrava possibile. Il trio resosi conto della pericolosità della situazione contatta il pluridecorato generale Gil Dillenbeck, forse l’unico in grado di smascherare i poteri forti che agiscono nell’ombra.
David O. Russell, che scrive e dirige Amsterdam, ripropone alcune delle caratteristiche tipiche del suo cinema, facendo una commedia corale con un cast stellare, dove spiccano nomi con cui è solito lavorare, primi tra tutti Christian Bale e Robert De Niro. Il film si avvale anche di star di primo piano come Margot Robbie, John David Washington, Chris Rock, Anya Taylor-Joy, Zoe Saldana, Mike Myers, Taylor Swift e Rami Malek che danno alla pellicola quel sapore hollywoodiano che solo le celebrity di questo calibro riescono a dare. A differenza che in altri suoi film, come nel caso di Il lato positivo, Joy o American Hustle, la storia non procede in modo lineare, concedendosi una lunga parentesi in flash back.
Tutta la vicenda raccontata da Russell con il suo solito stile che mischia intrigo e commedia brillante, descrive i pericoli del presente in rapporto a un passato in cui, dopo la tragedia della guerra (o grazie ad essa), la lezione per un attimo sembra essere stata imparata. La città di Amsterdam è un porto felice dove tutto è possibile, dove prospera l'arte e un uomo nero può amare una donna bianca. La realtà invece è che non solo le tragedie si ripetono, ma che un destino anche peggiore è proprio dietro l’angolo. Peccato che Russell ceda spesso, specie nel finale a una morale così esplicita da risultare didascalica e che il gusto nel complicare la trama gli prenda troppo la mano, allungando eccessivamente il minutaggio del film. Non che in Amsterdam manchino i momenti brillanti ma l’equazione ricchi/cattivi, reduci/buoni nonostante si tratti di una commedia è un po’ troppo semplicistica, specie se lo spunto è quello di una storia vera. Nel finale ottimista la coppia Valerie/Harold parte per un paese misterioso dove potranno vivere liberi il loro amore, ma esiste davvero un luogo del genere?
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