In un paese balcanico non precisato, nasce un bambino figlio di un vampiro e di una umana, destinato a essere un dampyr, ovvero una creatura il cui sangue ha il potere di uccidere i vampiri. Parecchi anni dopo, nel 1992, Harlan, questo è il suo nome, è un giovane uomo che per vaga per quelle stesse terre, martoriate da due flagelli: una guerra fratricida tra gli esseri umani, e una guerra tra umani e vampiri. Sbarca il lunario insieme al suo “impresario” Yuri simulando di essere un ammazzavampiri, approfittando della credulità popolare. Alcolizzato, allo sbando, viene reclutato suo malgrado quando un plotone di soldati s’imbatte in un villaggio conquistato dalle orde di vampiri comandati da Gorka. Le circostanze costringeranno Harlan a unire le forze insieme al soldato Emil Kurjak e alla vampira rinnegata Tesla, per cercare di liberare Yuri, catturato da Gorka, scoprendo al contempo maggiori dettagli sulle sue origini.
Dampyr, diretto da Riccardo Chemello, è l’adattamento cinematografico di un fumetto italiano, ideato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, pubblicato da Sergio Bonelli Editore. Non è il primo adattamento di un personaggio bonelliano, ma è il primo co-prodotto da una società creata appositamente, la Bonelli Entertainment, sul modello dei Marvel Studios, in modo da avere il maggior controllo possibile sull’adattamento dei propri fumetti.
Il confronto con le produzioni degli studios sopra citati è assolutamente impari. Il film ha un budget di 15 milioni di dollari, che forse è quando negli USA viene speso per il catering in produzioni simili. Tuttavia è merito di Chemello avere un’ottima idea di cosa sia il cinema. Non solo attinge all’immaginario del fumetto, ma aggiunge livelli e citazioni che vanno da Welles al Dracula di Coppola, senza timore reverenziale.
L’uso del buio ricorda quello del cinema delle produzioni horror della Hammer o Universal, e non risulta solo un mero espediente per risparmiare, ma riesce ad avere funzione narrativa. Funziona assunta anche dall’uso del colore rosso come immersivo per momenti al limite dell’onirico.
La sceneggiatura ha momenti e passaggi incerti, forse poco chiari a chi non conosce i retroscena del materiale originale. La natura seriale del prodotto, adattamento della prima storia del fumetto, lo rende in pratica una puntata pilota di una saga che potrebbe avere sbocchi cinematografici come televisivi.
Dampyr è un prodotto d’intrattenimento onesto, che non pretende di essere qualcosa di diverso almeno in questa fase. Il suo universo narrativo in realtà appare più complesso. I rimandi alle guerre balcaniche echeggiano la commistione che fece Valerio Evangelisti in O Gorica, tu sei maledetta e potrebbero essere sviluppati. A tutti gli effetti sono uno sfondo, anche se in alcuni momenti irrompono con forza.
Ci sono i margini per sfruttare meglio le potenzialità di un personaggio che ha conquistato parecchi fan, i quali hanno accolto con interesse l’arrivo di questo adattamento.
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