La piccola Trudi vorrebbe solo una cosa per Natale, che la mamma e il papà tornino insieme. L’occasione giusta potrebbe essere la vigilia che abitualmente viene trascorsa dalla famiglia a casa della ricchissima nonna causa però, con il suo egoismo, della separazione dei genitori. A completare il quadretto ci sono anche la zia insieme al figlio adolescente interessato solo a mettere le sue storie sui social, e il giovane muscoloso compagno della donna, star hollywoodina di film action. Nella villa fa però irruzione una banda di malviventi cappeggiata dal capo che si fa chiamare  Uncle Scrooge, disposto a tutto pur di prendere i soldi nascosti nel caveau. A salvare la famiglia è un inatteso intruso. Santa Clause in persona, ormai disilluso da un Natale non sentito da nessuno, decide di mettere da parte cinismo e buone maniere pur di salvare la bambina.

Si potrebbe dire che Una notte violenta e silenziosa si trovi a metà strada tra Trappola di cristallo e Mamma ho perso l’aereo. David Harbour rimesso su qualche chilo dopo la quarta stagione di Stranger Things, ha la faccia da schiaffi giusta per fare l’eroe alla Bruce Willis e il film di Tommy Wirkola utilizza anche lo stesso schema del buono che combatte contro un esercito di cattivi e, spesso viene pestato a sangue. D’altra parte è anche un film pensato per le vacanze di Natale e che non a caso cita Mamma ho perso l’aereo, con Trudi che inventa trucchi terribili per difendersi dai cattivi come faceva Macaulay Culkin. Non è secondario poi il discorso retorico sull’importanza della famiglia e di come sia bello ritrovarsi tutti insieme durante le feste. Tutto il prologo mostra Harbour nei panni di un Santa Clause ubriaco perché stufo di vivere in un’era in cui nessuno apprezza più il suo lavoro, così sopra le righe da vomitare in testa alle persone dalla sua slitta.

Quest’ultimo aspetto soprattutto sembrerebbe indicare che il pubblico di riferimento di Una notte violenta e silenziosa sia quello dei bambini ma, in realtà il film è troppo violento per essere classificato come un “per tutta la famiglia”. C’è parecchia gente che non solo si fa male come in Mamma ho perso l’aereo ma che viene uccisa brutalmente. Che siano dunque gli adulti ad andare al cinema nei pomeriggi festivi, divertendosi a vedere Harbour che prende a cazzotti un esercito di cattivi? Sì, se non ci fosse anche tutta la pletora di buoni sentimenti con  lo stesso peso specifico delle scene di azione. Ci si può divertire a veder schizzare sangue quando alla fine la morale per niente ironica è quella del vogliamoci bene perché è Natale? Mettiamoci poi che la famiglia da salvare è ricca, egoista e pure antipaticissima e il quadro è completo.