Un nuovo fantasy italiano è nelle librerie. Si tratta di Il Viaggio di Clementina, pubblicato dalla casa editrice Erga. Il romanzo di Vittoria Mazzoni, arricchito dalle illustrazioni a colori di Enrico Merli, è diretto a un pubblico di giovani lettori ma non solo, come leggiamo nella presentazione del libro.
Per saperne di più ecco di seguito la quarta di copertina e soprattutto l'intervista all'autrice, che ringraziamo della disponibilità. Il romanzo è acquistabile in libreria o sul sito dell'editore www.erga.it
Il Viaggio di Clementina, di Vittoria Mazzoni (Erga 2005 - Pag. 144 - € 10 - ISBN: 88-8163-423-6)
Fuggendo da una realtà in cui si sente infelice e incompresa, Clementina riesce a trovare la via di accesso ad un mondo parallelo, chiamato "Horios", che in linguaggio elfico significa "sogno", in cui vive un’esperienza fantastica, immersa in stupendi paesaggi e circondata da bizzarri personaggi ispirati al mondo del fantasy e alle tradizioni popolari.
Questo viaggio, in cui dovrà affrontare insidie e pericoli e mettere alla prova il suo coraggio e la sua intelligenza per riuscire a conquistare la magica Stella, determinerà una sua crescita interiore e la porterà ad acquisire fiducia in se stessa e ad affrontare la vita con uno spirito più sereno.
"Il viaggio di Clementina" affronta con delicatezza le problematiche dell’adolescenza e il rispetto della "diversità", rivolgendosi ad un pubblico di giovani lettori e di adulti che amano ancora sognare...
Vittoria Mazzoni è nata a Genova nel 1965. Scrive da sempre, prediligendo il genere fantasy e il romanzo di ambientazione storica.
Intervista con l'autrice
Parlaci di te. Come nasce la passione per il fantasy? Ci sono degli autori in particolare a cui ti ispiri o che comunque hanno lasciato un segno importante?
Sono sempre stata una sognatrice. Sin da bambina amavo inventare mondi fantastici in cui mi immaginavo eroina di mille avventure. Da ragazza ho scoperto il genere fantasy e, come per molti, il mio “faro” è stato il grandissimo maestro Tolkien. Ho letto in seguito altri autori, alcuni davvero bravi, ma credo che la sua figura e la portata della sua opera siano incomparabili.
C'è chi pensa che il fantasy sia "roba da bambini" o comunque letteratura leggera e solo di evasione. Tu che ne pensi? Ignoranza sul genere o c'è un fondo di verità?
Le solite valutazioni superficiali di chi, permettimi di dirlo, è “povero di spirito” e trancia giudizi probabilmente senza nemmeno conoscere ciò di cui sta parlando. Il problema di fondo è che vi sono, purtroppo per loro, persone che non riescono mai a distaccarsi dalla realtà e a spiccare un volo sulle ali della fantasia. Il fantasy, a mio parere, oltre ad essere un bellissimo “veicolo” per i nostri sogni, è anche un genere estremamente poetico, che può trasmettere grandi emozioni e gioia di vivere.
Allargando il discorso secondo te esiste la letteratura di serie "A" e quella di serie "B"?
Nient’affatto. Credo che ogni genere debba essere rispettato in quanto vi sono persone che lo amano. E questo è sufficiente. Nessuno si deve ergere a “censore” dei gusti altrui. Piuttosto, esistono scrittori più o meno bravi ed opere di maggiore o minor valore.
Ultimamente c'è stata un'esplosione del fantasy, basta entrare in una libreria e ce se ne rende conto. Questo anche grazie ai successi cinematografici di film come Harry Potter e Il Signore degli Anelli. Credi sia una moda passeggera? Il mondo dell'editoria sta "cavalcando l'onda" oppure sia gli editori che i lettori hanno scoperto un genere che non aveva il giusto risalto?
Con molta onestà ti rispondo che credo siano giuste entrambe le tue supposizioni. Indubbiamente gli editori fanno il loro mestiere e quindi se un genere in un certo momento “tira” ci investono sopra più che possono. Sono convinta però che operazioni di questo tipo siano comunque positive perché il fatto che se ne parli tanto può portare dei lettori ad avvicinarsi al fantasy che prima magari non conoscevano e a scoprirne il fascino.
Sembra che il fantasy sia il genere consigliato agli scrittori italiani in cerca di pubblicazione. Che consiglio daresti agli aspiranti autori? Hai fatto corsi di scrittura o cose del genere?
Non sapevo che fosse il genere consigliato agli aspiranti scrittori per farsi pubblicare… allora avrò un mucchio di concorrenti! A parte gli scherzi, mi è davvero difficile dare un consiglio sul percorso da tenere per arrivare alla pubblicazione, posso solo dire come mi sono mossa io. Per prima cosa, pur avendo scritto in passato brevi racconti che avevo sempre tenuto nel cassetto, non mi ero mai cimentata con un’opera più impegnativa. Clementina è arrivata di getto, praticamente scritta in tre settimane in cui mi trovavo costretta a casa per malattia. Poiché, a differenze di altre volte, mi sono sentita soddisfatta di quanto avevo prodotto, vincendo una mia naturale timidezza l’ho sottoposta a vari conoscenti, diversi per estrazione culturale, età, sesso, ed ho avuto riscontri molto positivi. Così, ho provato a proporla alla casa editrice ERGA, una delle poche e gloriose case editrici ancora in vita nella mia città, Genova, e devo dire che gli editori mi hanno accolta con un entusiasmo che sinceramente mi ha sorpresa e trasmesso una grande carica. Sono stata indubbiamente fortunata per aver trovato chi ha creduto in me: adesso mi aspetta la difficile prova del giudizio dei lettori. In linea generale comunque credo che per scrivere non sia indispensabile fare corsi di scrittura : bisogna innanzitutto essere dei buoni lettori; leggendo si assimila e si acquisisce una buona base di partenza per potersi poi cimentare con la scrittura, così come l’ascolto e la comunicazione con gli altri ci aiuta ad aprirci la mente. Sono poi indispensabili una buona dose di fantasia e forse, come in tutte le cose, anche un pò di attitudine naturale. Ed infine voglio dire: se uno ci crede non deve mollare, lo scrivere è una delle espressioni più belle dell’animo umano, e prima di tutto fa bene a sé stessi, anche se non si arriva a produrre dei grandissimi capolavori.
Di te sappiamo che prediligi il fantasy e il romanzo storico. Quali sono i pro e i contro di ciascun genere, per uno scrittore?
Beh, sono comunque modi per proiettarsi in altre realtà e dimensioni spazio temporali. Entrambi i generi pare vadano per la maggiore in questo momento, quindi questo dimostra che nei lettori c’è voglia di evadere da una realtà che spesso è difficile da accettare con le sue quotidiane “brutture”. I “pro e i contro” ? Non è facile a dirsi… Forse il fantasy ha il vantaggio rispetto al romanzo storico di poter essere totalmente frutto della fantasia dell’autore e quindi molto più libero, il romanzo storico è invece vincolato, se non si vogliono rischiare delle figuracce, ad una approfondita ricerca e documentazione relativa al periodo di ambientazione. Trovo piuttosto interessante e divertente questo nuovo filone storico/thriller, di cui l’Umberto Eco de “Il nome della rosa” è stato magistrale caposcuola.
Come dicevo prima entrando in libreria ci si trova di fronte una sezione fantasy imponente, con tantissimi titoli. Qual è la particolarità del tuo romanzo e in cosa si distingue dagli altri?
Hai detto proprio bene : ogni giorno escono decine di libri nuovi ed è davvero difficile riuscire a farsi notare rispetto ad altri. Il livello medio degli scrittori è piuttosto buono e quindi vi è un elemento di difficoltà ancora maggiore. Aggiungo poi che molte opere, forti di “sponsor” editoriali di grandissima portata nazionale, escono con grandi battage pubblicitari e vesti tipografiche molto attraenti, sulle quali si fa molto leva. Credo che la dote maggiore del mio romanzo sia la semplicità e la delicatezza con la quale cerco di affrontare anche tematiche complesse quali le problematiche dell’adolescenza e il rispetto della “diversità”. Vuole essere una favola poetica per tutti. Il percorso di crescita interiore di una giovane che trova difficoltà di integrazione nella sua realtà e che in seguito al viaggio compiuto in un mondo fantastico, riuscirà a trovare una nuova dimensione esistenziale. Accanto a personaggi delle tradizioni popolari care al fantasy, come fate, streghe, maghi, folletti, gnomi, ecc. ve ne sono alcuni che appartengono alla mitologia classica, quali i centauri e le sirene, ed infine anche personaggi di mia invenzione. Per raggiungere la sua meta, Clementina dovrà superare delle prove di varia difficoltà, mentre le forze del bene e quelle del male si affronteranno per cercare, le prime, di aiutarla, le seconde, di osteggiarla. Il tutto condito da qualche nota di umorismo, che non guasta.
Nel libro troviamo anche le illustrazioni di Enrico Merli. C'è stato un rapporto di collaborazione durante la stesura del romanzo, magari con ispirazione reciproca? Oppure le illustrazioni sono venute dopo, a storia già scritta?
Sono contenta che tu mi dia l’opportunità di parlare di Enrico. Le illustrazioni che ha realizzato sono splendide ed ha saputo entrare perfettamente nello spirito dei personaggi. E pensare che in prima battuta, lui che è ottimo pittore, non sembrava interessato a cimentarsi in un genere di illustrazioni così lontano dalle sue opere. Poi però, dopo aver letto il romanzo ed averlo sottoposto ai suoi figli, per mia fortuna ha cambiato idea… Credo che le sue illustrazioni costituiscano un prezioso arricchimento al mio romanzo e per questo lo ringrazio moltissimo.
Nel genere fantasy è facile trovare saghe che si dipanano su tanti volumi, a volte addirittura decine. Che ne pensi della cosa e... c'è già una nuova avventura all'orizzonte per Clementina?
Forse deluderò gli appassionati delle saghe, ma io preferisco le storie a sé stanti, o al massimo che durino due-tre volumi, non di più. Non credo proprio che Clementina avrà un seguito, in compenso ho tante altre belle idee in cantiere…
Nella quarta di copertina si legge che il tuo libro è rivolto "a un pubblico di giovani lettori e di adulti che amano ancora sognare". Credi che crescendo si perda la capacità di sognare? Oppure anche gli adulti amano sognare ma si vergognano di ammetterlo?
Se uno ha la capacità di sognare - il chè è già tanto in questi tempi di razionalismo esasperato – deve tenersela ben stretta, soprattutto crescendo. Per i bambini è un fatto naturale, perché non debbono ancora confrontarsi con i problemi dell’esistenza : quanto è bello essere bambini, con i sogni che ti conducono dove vuoi e tutto ti appare meraviglioso! Aggrappiamoci alla nostra fantasia, potentissima valvola di sfogo alle frustrazioni, allo stress, agli aspetti della realtà che non ci piacciono, non vedo nulla da vergognarsi in questo. E’ bello sognare: credo che faccia un gran bene alla nostra anima.
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