È la notte di capodanno e il pilota di linea Brodie Torrance ha promesso alla figlia di arrivare in tempo per festeggiarlo insieme. Un volo di ordinaria amministrazione per chi come lui è un ex militare declassato a causa di una rissa con un ubriaco, ma la compagnia per cui lavora ha deciso di risparmiare sul carburante, così quando si trova nel mezzo di una tempesta riesce miracolosamente a far atterrare il suo aereo in un’isola sperduta nelle Filippine. Peccato però che un gruppo di separatisti ne abbia preso il controllo e, non appena si rendono conto che il velivolo visto precipitare è carico di stranieri li rapiscano per chiedere i riscatti ai loro governi. Per provare a salvarli Torrance si allea con Gaspare, un latitante accusato di omicidio ma dal passato nella legione straniera.
Il pregio di un film come The Plane è quello di mettere le carte in tavola fin da subito chiarendo ciò che è: una pellicola d’azione con Gerard Butler nei classici panni dell’eroe che coscientemente si porta dietro tutti i cliché del caso. Ex militare, buon padre di famiglia con qualche dolore di troppo (in questo caso è vedovo), se succede qualcosa di brutto, come precipitare nella foresta filippina nel bel mezzo di un accampamento terrorista, è l’uomo che vorresti al tuo fianco. Si scompone solo un attimo dopo aver ucciso il primo cattivo a mani nude ma era in ballo la sua vita, e non ha molto da ridire quando Gaspare fa fuori a sangue freddo un guerrigliero che aveva fatto una soffiata su dove trovare gli ostaggi, inoltre è pronto all’estremo sacrificio pur di salvare i passeggeri. Butler ha la faccia giusta e Jean-François Richet aiuta con una regia di ottimo livello che si diverte a mostrarlo in combattimenti in piano sequenza rimanendogli incollato addosso. Non che ci sia molto da fare comunque, e si vede il budget non altissimo con location ridotte davvero all’osso.
Non si può quindi storcere il naso difronte alla schematicità di una trama volutamente semplificata eppure efficace, scritta non a caso dal romanziere Charles Cumming, famoso per i suoi libri di spionaggio, che firma soggetto e sceneggiatura. Si potrebbe parlare di un cinema medio che nasce per divertire e che nella sua lunghezza contenuta (per niente scontata di questi tempi), fa svagare con la giusta carica di ritmo ed adrenalina. Resta da capire se un film come The Plane, che non ha sbavature ma neppure crea grosse sorprese, possa oggi trovare un pubblico interessato ad andare in sala per vederlo.
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