Arthur (Nick Blood) è un agente immobiliare che insieme a sua moglie Claire (Emily Wiseman) in gravidanza avanzata, dopo molti anni decide di andare il padre Saul (Allan Corduner), impresario funebre ebreo ortodosso. La speranza è che l'attesa di un nipote possa aver ammorbidito le posizioni del padre, che ha mal digerito una nuora non ebrea, o shiksa, come verrà detto in modo dispregiativo da Heimish (Paul Kaye), assistente di Saul.
Nel frattempo però, nell'obitorio della palazzina di famiglia, è stato portato un cadavere posseduto da una misteriosa entità, affamata di possedere un nuovo corpo per materializzarsi.
The Offering è un film che vuole mescolare il dramma familiare, ovvero la scoperta dei motivi che hanno portato padre e figlio a non parlarsi per anni, e del motivo reale per il quale adesso sembrano potersi riconciliare, con i temi della possessione diabolica, la demonologia ebraica e i segreti della Kabbalah. Per farlo procede stancamente con una sceneggiatura che non provoca sussulti neanche negli annunciati jumpscare.
Se poteva essere interessante la scelta dell'ambientazione, la comunità ebraica chassidica ortodossa di Brooklyn, New York, occasione per allontanarsi dagli stravisti esorcismi di matrice cattolica. Però questa rimane molto sullo sfondo, con accenni ai principi morali di Saul, alla chiusura e all'intrasigenza di Heimish, e alla figura di un cabalista giusto buona per uno "spiegone" al momento giusto.
Del tutto sfumata e non approfondita poi la parte del dramma familiare, mal puntellata da dialoghi inconsistenti.
I 93 minuti del film scorrono alla fine, tra illusioni, inganni del demone e tentativi di sconfiggerlo, con un finale che lascia la porta aperta per un nuovo filone horror, del quale questo film è un primo incerto tentativo.
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