Philip Pullman, acclamato autore del ciclo Queste Oscure Materie, si è scagliato contro la serie cinematografica che la Disney intende trarre dalle Cronache di Narnia di C.S.Lewis.
Secondo Pullman, i libri di Lewis sarebbero infatti impregnati di razzismo, spirito reazionario e misoginia. "Se la Disney vuole commercializzare questi film come una grande storiacristiana, dovrà raccontare delle menzogne" - avrebbe dichiarato lo scrittore al giornale The Observer.
Come noto, il primo film tratto dalla serie (e il secondo nella cronologia del ciclo) è Il leone, la strega e l'armadio, in uscita ai primi di dicembre. La pellicola, costata 62 milioni di dollari, dovrebbe essere, nei progetti della Disney, la prima di altre quattro. L'uscita del film è stata grandemente supportata, in questi mesi, dalle comunità cristiane evangeliche, che amano molto le connessioni fra la saga e i suoi riferimenti biblici.
Pulmann, al contrario, è stato invece attaccato da molti insegnanti cattolici e dalla stampa clericale per le idee esposte nei suoi libri, che risultano molto critiche verso la Chiesa (o addirittura blasfeme, dipende ovviamente dai punti di vista). Lo scrittore ha tenuto comunque a precisare che le sue contestazioni non si rivolgono alla presenza della dottrina cristiana in Narnia, bensì all'assenza di virtù cristiana, la cui più alta espressione, anche secondo quanto espresso nel Nuovo Testamento, è l'Amore. Di ciò, secondo Pullman, non si trova traccia nei libri di Lewis.
Non c'è dubbio che questa nuova esternazione scatenerà violente reazioni e contribuirà ad accrescere, nei confronti di Pullman, l'antipatia da parte dei cattolici più ortodossi. La stessa antipatia di cui, negli ultimi tempi, è stato oggetto Dan Brown grazie al suo Il codice da Vinci.
17 commenti
Aggiungi un commentoOT Scusa, Paolo, non voglio contestarti, ma... non sarebbe il caso che tu leggessi TUTTA la vita di C.S.Lewis? Uno dei più famosi Polemisti Cristiani moderni?
Non ho letto "Queste oscure materie", però ho letto Narnia e non so fino a che punto possa considerarsi priva del "fondamento del cristianesimo che è l'Amore", come mi sembra di capire dica il nostro Pullman...comunque l'interpretazione di un romanzo è libera e Lewis non può certo rispondergli..anche se i giudizi lanciati così non mi sono mai piaciuti.
Una semplice riflessione: un romanzo fantasy rispecchia sicuramente le idee, la cultura, l'educazione...la persona dell'autore...però, secondo il mio pensiero non dovrebbe essere usato per propinare le proprie idee in maniera troppo diretta..il lettore deve poter interpretare, intuire, metterci del suo... trovare spazio per la propria fantasia! Quindi, da quello che ho sentito, credo proprio che i romanzi di Pullman mi infastidirebbero...
Detto questo, vorrei esprimere il mio personale pensiero sul tormentato rapporto tra la letteratura fantasy e il cristianesimo che forse esula da questo episodio specifico: sono cattolica e grande appassionata di fantasy da sempre e non ho mai trovato nessuno che contestasse questa mia passione se non qualche vecchiettina/ino "ignorante" nel senso più innocente del termine perché "ignorava" completamente quello di cui stava parlando
Questo tipo di persone purtroppo è vero che spiccano perché di solito sono quelle che parlano a voce più alta... però mi dispiacerebbe se a causa loro si arrivasse a delle "etichette" del tipo "il fantasy è nocivo" "il cattolico non legge fantasy" ecc...
Ho sempre pensato che fantasy e religione siano collegate da un tema di fondo che è il dualismo Bene/Male, Luce/Tenebre e che il fantastico sia un modo meraviglioso per parlare dell'uomo, delle sue dinamiche interiori, della vita, della morte, dell'amore e dell'odio...che sia insomma una grande metafora della vita. Una metafora è sempre più bella di una affermazione diretta perché ti lascia lo spazio per l'invisibile, il senso (per usare le parole di Lewis) di qualcosa che va oltre te stesso... apre il cuore, gli orizzonti e gli occhi. E', secondo il mio modo di vedere, una espressione del moto creativo che è nell'uomo, e in quanto tale omaggio al primo Creatore in assoluto. Vista da questa angolazione, può il fantasy essere così lontano dal cattolicesimo? E' vero che "tutto è puro per i puri" e che chi vorrà vedere il negativo lo vedrà comunque...ed è vero anche che non tutti i fantasy sono uguali e che qualche autore potrebbe voler di proposito criticare direttamente la Chiesa, o la politica, o la scienza...questo sta poi al senso critico e ai gusti del lettore giudicarlo. Come al solito mi sono dilungata, ma mi sono sentita chiamata in causa anche da giudizi lanciati lì in modo superficiale o forse ingenuo... comunque è anche vero che ognuno parla secondo le proprie esperienze, siano esse dirette o semplicemente elaborate attraverso luoghi comuni.
In conclusione: fantasy e cattolicesimo non sono per me così agli antipodi...e un buon romanzo, sia esso fantasy o no, deve lasciare al lettore lo spazio che merita, senza diffondere solo ed esclusivamente senza senso critico il punto di vista dell'autore.
Ciao a tutti!
Quoto. Brava.
Ho letto "Queste Oscure materie" di Pullman e l'ho trovata una trilogia davvero stupenda! Tuttora, anche se sono passati un po' di anni è una delle mie opere preferite!
Però, penso che il signor Pullman dovrebbe evitare di fare critiche così profonde ai romanzi altrui...Narnia la sto leggendo ora e la trovo carina, ma non entusiasmante, ma penso che tra autori ci si dovrebbe lasciar stare...
Mi sono arrabbiata enormemente quando avevo criticato Tolkien...che per quanto mi riguarda non è criticabile (ma non sono per niente super-partes visto che è il mio autore preferito ^^!!!)!
Comunque resta il fatto che la sua trilogia è davvero molto, molto bella anche se lui si sta rendendo un po'antipatico con queste esternazioni!
Le cronache di Narnia non le ho ancora lette, ma questo attacco mi pare un po'... ingiustificato? Sì, forse è la parola giusta.
Apprezzo moltissimo Pullman come autore, ma magari potrebbe anche lasciar lavorare anche gli altri in pace.
Dò ragione a Rita quando dice che cominciano un po' ad andare sui cosiddetti.
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