A dodici anni di distanza dall’edizione cartacea, questo Cambio di stagione di Maurizio Cometto nella versione ebook non sembra affatto invecchiato, sia pure di poco, e semmai appare più nuovo. Il romanzo è formato da capitoli che raccontano momenti diversi di quella che è una stessa storia, quella di Fabrizio, ma anche una serie di storie diverse una dall’altra.
Come per ciascuno di noi, l’identità di Fabrizio non è assicurata dal fatto che è sempre uguale a se stesso, ma dal fatto di essere un flusso di esperienza (più che di coscienza) cangiante.
L’ambientazione è una Torino riconoscibile e al tempo stesso aliena, perché dietro (o accanto) alla superficie della realtà si mostrano sprazzi di realtà diverse, che a volte sono alternative e altre volte sono invece collegate a quella che conosciamo collettivamente, e a quella che ciascuno di noi conosce in maniera più personale e privata.
Il “realismo magico” (o “fantastico”), com’è ben noto e come suggerisce il nome, lavora sulla prossimità e sulla commistione tra realtà e immaginario. Nel libro di Cometto la realtà di Fabrizio è quella di tutti i giorni, quella che si svolge nell’intrico delle relazioni con gli amici, i colleghi di lavoro, le donne e i suoi due gatti: Betty e Parker.
L’immaginario che traspare dietro le quinte della normale realtà è il segnale che irrompe da una o più realtà diverse nei punti in cui, in alcuni momenti e per qualche motivo, la facciata della realtà di tutti i giorni si assottiglia e minaccia di sgretolarsi.
L’immaginario è dunque tale solo in relazione alla nostra realtà. Rovesciando la prospettiva, sarebbe la nostra realtà ad apparire meno reale. Il fronteggiarsi di due (o più) realtà diverse non è un fenomeno sempre uguale a se stesso, perché in tal caso non avrebbe più nulla di straordinario. A volte emerge nella percezione del protagonista (le strane ombre nella fermata “fantasma” della metropolitana), a volte è visibile teoricamente a chiunque (la “luminosità verde” della stazione di Porta Nuova) ma si mostra davvero solo a una minoranza, altre volte ancora è il grottesco che viene accettato come normale (l’improbabile commissione formata da scienziati ed esorcisti insieme).
In queste realtà, o meglio ancora in questi mondi diversi, esistono a volte, e a volte no, le controparti degli esseri (persone, animali, oggetti) che ci sono nel nostro mondo (o comunque in quello di Fabrizio). Queste controparti tendono a volte a scambiarsi di posto, a entrare in collisione, o a trasmigrare da un mondo all’altro. In ogni modo, esse testimoniano una sorta di equivalenza tra ciascuno di questi mondi, non nel senso che siano tutti uguali (in tal caso, per la legge di Leibniz o “principio degli indiscernibili”, sarebbero un solo e unico mondo) ma nel senso che tra di essi non sembra esserci una gerarchia prestabilita.
Accade così che un certo Maurizio (che ha “casualmente” lo stesso nome dell’autore) sembri essere la controparte del nostro Fabrizio, in un gioco di specchi in cui il riflesso non rimanda una perfetta identità, ma due immagini che non si corrispondono pienamente.
I punti di giunzione tra mondi diversi possono essere i più disparati: la già citata stazione “fantasma”, ma anche la posta elettronica, un prodotto per le pulizie o un elettrodomestico. Questi punti di giunzione sono anche punti di frattura, faglie di contatto tra universi paralleli. Come ci insegna (o suggerisce) il concetto di “eterotopia” di Michel Foucault, le zone di confine sono portali, perché separano e collegano al tempo stesso spazi diversi.
La fratture non sono dovute solo alla fragilità dei confini, ma dipendono dalle congiunture, da momenti di crisi dovute a problemi socio-economici, politici o esistenziali (il che spiega forse, almeno in parte, la rinnovata attualità del libro di Cometto). La vita, sembra dire l’autore, è l’esito di accadimenti imponderabili, ma anche di scelte che avrebbero potuto essere differenti.
Nel suo libro, questi fili di vite diverse, tutte possibili, restano in qualche modo ancora a portata di mano, sia pure in una dimensione “altra” da quella in cui ci muoviamo di solito. Questo sembra comportare delle possibilità supplementari che non sono controllabili, ma possono tuttavia essere ancora afferrate al volo, con molta determinazione o con un po’ di fortuna.
Tra queste possibilità supplementari, alcune sono delle alternative che non si sono realizzate ma avrebbero potuto realizzarsi, altre ancora sono possibilità che si realizzano allorché le normali leggi che regolano la realtà cessano di valere. Qui l’irruzione del fantastico appare nella sua forma più letterale, un po’ come se la vita onirica debordasse negli stati di veglia.
In questi casi, assistiamo ai tentativi più o meno goffi del protagonista di opporsi alle anomalie, oppure di assecondarle. La sospensione (parziale) della realtà e delle sue regole può seguire delle regole di tipo diverso, o può apparire del tutto arbitraria. Si tratta di una cosa imprevedibile, eppure i personaggi si adattano alla situazione, in qualche modo, o semplicemente ne prendono atto.
In definitiva, questo libro di Cometto è una sorta di cronaca dell’immaginario, inteso come una dimensione della realtà, anziché come una sua negazione. Senza l’immaginario a farle da contorno, la realtà si sfalderebbe davvero, e in maniera ben più catastrofica.
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