Chi ama, o ha amato l’arte surrealista in tutte le sue declinazioni e con tutte le influenze, che ancora permangono fino ai giorni nostri, amerà Coccodrilli squisiti. Generatore automatico di vite surrealiste, scritto e disegnato da Ivan Manuppelli alias Hurricane.
È un libro, certo, ma è molto di più e sottolinea quanto eventi pittoreschi nelle vite degli artisti narrati, sono pittoreschi intrinsecamente, non solo perché agiti dall’autore. Prova ne sia che miscelando eventi e nomi, ma anche le caricature dei personaggi, vengono fuori ipotetici artisti, credibilissimi e degni di questo titolo. Potrebbero realmente essere vissuti. Insomma, la vita spesso è meno credibile delle creazioni di fantasia, pur essendo realmente accaduta. Incontriamo artisti noti, altri meno noti, altri inseriti forse un po’ forzatamente, ma anche l’approccio dell’autore è surrealista e allora a ben diritto si può parlare di Marco Cavallo, un cavallo reale, utilizzato dall’ospedale psichiatrico di Trieste, gestito da Basaglia, per aiutare i pazienti.
Probabilmente non è un caso che la prima artista che incontriamo sia Eileen Agar – non sarà solo una scelta di ordine alfabetico-, meno nota rispetto ai grandissimi capisaldi del movimento, ma non meno eccentrica. Anzi. Ribelle, contraria a qualsiasi forma di organizzazione familiare imposta, appassionata e pacifista convinta, si concentra sull’inserimento di oggetti (soprattutto marini), nelle sue opere d’arte. Per bilanciare si passa ad Antonine Artaud, figura decisamente meno solare, con una vita meno godereccia dell’artista precedente. Purtroppo, molti rappresentanti di questa avanguardia hanno tracolli psicologici più, o meno gravi, ma tutti ben inseriti in vite al limite del socialmente accettato. Dobbiamo però contestualizzare quelle vite in un periodo di grandissimi sconvolgimenti sociali, materiali, percettivi. Freud, le guerre, le armi nucleari, la crisi economica, la pandemia, il tutto in un continuum, che imponeva elaborazioni veloci e adattamenti rapidi. E allora troviamo Filippo Auti, spettatore in tenera età di un bombardamento alleato, cosa che segnerà inesorabilmente la sua esistenza; Hans Bellmer, anche lui, purtroppo con notevolissimi problemi di tenuta psicologica, polacco ribelle, fugge da un campo di concentramento, si concentrerà sulla creazione di bambole mutilate, in opposizione all’idea di perfezione del corpo voluta da Mattel -no, scherzo-, professata dai tedeschi (ma non è totalmente folle l’accostamento con l’ansia americana della perfezione e della eterna giovinezza).
Impossibile non inserire due maestri del Surrealismo: André Breton, identificato da molti e da se stesso, come il fondatore del movimento e Luis Buñuel, geniale cineasta, che ha sempre puntellato le fondamenta della borghesia gretta e bigotta. E poi Cocteau, Dalì, De Chirico, Calder, meraviglioso e forse poco conosciuta la sua attività surrealista. Per fortuna vengono inserite anche donne (che ovviamente sono poche rispetto agli uomini, nonostante il numero sia notevole rispetto agli altri movimenti di avanguardia): Claude Cahun, per esempio, una fotografa, attivissima nel campo dei diritti omosessuali, condannata sia per la sua perversione, sia per la sua origine ebraica; Leonora Carrington, artista inglese, che riesce a dare alla donna un ruolo da protagonista; Leonor Fini, pittrice, costumista, collaboratrice di Fellini e Schiaparelli, refrattaria a qualsiasi ruolo, amante dei travestimenti, un’altra ribelle, che ha aiutato la donna a liberarsi dall’obbligo procreatore, per riportare questa possibilità a una dimensione volontaria. È solo un assaggio del vasto elenco, abbellito da immagini caricaturali, che rendono bene le indoli e le caratteristiche degli artisti. Ma è solo l’inizio, perché, grazie alla struttura del libro -le pagine sono divise in linguette-, si possono creare molteplici vite e quindi molteplici universi, tutti coerenti nella follia, che ha permeato quel periodo e quelle avventure.
Coccodrilli squisiti è un libro con più livelli di lettura, ci si può fermare a un livello cronologico e biografico, si può dare libero sfogo alla creatività, si può prendere spunto dai fatti narrati per approfondire lo studio. A volte l’inserimento di eventi duri e drammatici, nonostante la chiave ironica, potrebbe essere poco gestibile dai bambini, che sicuramente saranno attratti dai colori e dalle immagini e dal gioco proposto. Forse, in quei casi, sarebbe meglio l’accompagnamento di un adulto che possa aiutare a comprendere gli eccessi di quegli straordinari personaggi.
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