La sanguinosa lotta tra i clan Genji e Heike hanno portato dopo la sconfitta di quest’ultimo, i suoi discendenti a vivere ai margini della società, e le loro storie tragiche sono circondate da un alone di mistero. Duecento anni dopo a Tomona e a suo padre viene affidato l’incarico di cercare un antico manufatto perso durante la guerra, ma il suo potere è così grande da rendere cieco il giovane e uccidere il genitore. Il ragazzo inizia allora un peregrinare per dare pace allo spirito di vendetta del padre, si unisce a un bonzo cieco come lui, diventando un abile suonatore di biwa. Un giorno incontra una creatura demoniaca, Inu-oh, dall'aspetto mostruoso ma con un incredibile dono per la danza. Insieme i due decidono attraverso la musica di liberare gli spiriti inquieti del clan Heike, rivoluzionando la tradizione musicale del Giappone medievale.
Inu-oh è prima di tutto il trionfo dell’animazione tradizionale rispetto a quella fatta interamente in computer grafica. Masaaki Yuasa insieme al character design Taiyō Matsumoto creano un’opera perfetta per qualità grafica, dove la sintesi del disegno artigianale non per forza naturalistico, è preponderante. Tutto funziona e anche i movimenti di macchina con carrellate vertiginose camuffano perfettamente l’uso del digitale che senz’altro c’è, ma che rimane invisibile lasciando spazio a un’animazione bellissima. Per questo Inu-oh è prima di tutto un piacere per gli occhi e un film che pretende di essere visto sul grande schermo proprio per la sua bellezza estetica che lascia quasi tramortiti. Dalla percezione del mondo di Tomona che si forma sullo schermo come l’immagine di un acquarello dando l’idea allo spettatore di come il soggetto si plasmi quando lui lo tocca, ai balletti coreografici di Inu-oh che sembrano appena usciti da un musical di Broadway, tutto è raffinatissimo.
È da un punto di vista del racconto che Inu-oh rischia di diventare ostico per uno spettatore occidentale. Masaaki Yuasa adotta una prospettiva ucronica facendo cantare e ballare i suoi protagonisti al ritmo del rock'n'roll, genere portatore di una forza anarchica e rivoluzionaria. La musica come mezzo di trasformazione e sfida al potere costituito può salvare Inu-oh e i demoni a cui dà voce? Il mix tra Giappone medioevale e cultura pop può di far storcere il naso e le lunghissime scene cantate danno al film un ritmo abbastanza squilibrato. Ma Inu-oh è sopratutto un film affascinante dal quale lasciarsi trasportare, un sogno visionario di libertà senza limiti, senza paura di esplorare le zone grigie dell'etica, un'esperienza visiva che invita a immaginare un mondo attraverso la musica e la ribellione.
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