Un doppiaggio eseguito da un cast di attori professionisti tra cui Patrick Stewart, il capitano Picard di Star Trek Next Generation; Lynda Carter, incarnazione televisiva di Wonder Woman; Terrence Stamp, il cancelliere Valorum di Star Wars Episodio I, e Sean Bean, il Boromir del Signore degli anelli di Jackson, è solo l’ultimo degli aspetti di The Elder Scrolls IV: Oblivion, il gioco di ruolo per computer (Crpg) che promette di essere il più vasto e completo mai visto, creato nella stessa serie e dagli stessi autori del precedente detentore, alla quasi unanimità, del titolo. Quindi, perché non credergli? Alla prova del nove comunque non manca molto. Oblivion è atteso intorno a fine novembre per PC; si spera entro natale anche su Xbox 360.
Quarto capitolo di una saga fantasy sceneggiata nel continente immaginario di Tamriel e firmata Bethesda Softworks, compagnia con base nel Maryland fondata nel 1986, Oblivion succede al campione di critica e di vendite Morrowind (2002), dal quale resta peraltro indipendente per ciò che riguarda trama e specifiche ambientazioni. L’idea di sprofondare completamente il giocatore in un mondo sconfinato, concedendogli la massima libertà di azione e di scelta, è quella consueta. The Elder Scrolls prosegue nel solco ormai da undici anni, da Arena fino ai giorni nostri, e per Oblivion può contare sugli enormi progressi tecnologici compiuti nel frattempo dai videogame.
La realtà virtuale approntata da Bethesda su una potente impalcatura fatta in casa, capace di prodigi audiovisivi e soggetta a precise leggi fisiche (tessute dall’onnipresente sistema Havok), punta a elevare l’esperienza di gioco grazie a immensi e suggestivi reami ora, finalmente, “vivi”.
Volti con maggiore espressività, disegnata da complessi algoritmi di mimica facciale; vegetazione riprodotta attraverso un realistico modello procedurale, per rendere ogni scorcio verosimile e l’uno diverso dall’altro; oltre mille personaggi da incontrare, tutti caratterizzati da una propria esistenza, fatta di bisogni e abitudini, come dormire, mangiare, divertirsi; numerosi villaggi e città, le più animose delle quali popolate da più di un centinaio di figuranti unici.
The Elder Scrolls IV ha inizio nelle segrete della capitale della provincia imperiale di Cyrodill, un’area ricca di storia ricostruita ispirandosi a differenti stili architettonici, a cominciare dal medioevo europeo, e complessivamente circa il 15% più estesa di Vvardenfell, l’isola su cui era ambientato Morrowind. La propria condotta forgia, nelle prime ore di gioco, la tipologia del personaggio che si va a interpretare, vagando per case, foreste e sotterranei, in una trama che parla di successioni dinastiche e della comparsa di misteriosi portali nel regno, da cui vengono vomitate creature demoniache. Circa duecento le missioni da portare a termine nel nuovo Crpg (computer role-playing game) Bethesda, che può essere affrontato a scelta in prima o terza persona.
A pubblicare e distribuire in Italia il gioco saranno, rispettivamente, 2K Games e Take 2.
4 commenti
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Meglio così, una fatica in meno per i nostri ragazzi..
io ho il precedente titolo e, a suo tempo, mi ci son divertito x una barca di tempo. un videogioco fantastico.
ps qlke mese fa lho reistallato, ho messo al mio alterego i valori a palla(trucchi) e ho fatto un po di sana strage tra i cittadini... dovevo sfogarmi x la rottura del mio pc + potente(si fa x dire è vecchio di un anno e mezzo).
Adesso i videogiochi li fanno così? :
Sbav...
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