- Un aneddoto sul curioso nickname
- L'origine della passione per il cosplay
- Dal cosplay al cinema
- Il cosplay è un mondo che unisce
Nel febbraio 1991 Jo Squillo e Sabrina Salerno cantavano al Festival di Sanremo “Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più”. Soltanto pochi mesi dopo sarebbe nata Antonella Arpa, in arte Himorta, a cui questo motto, mutatis mutandis, calza molto bene.
Ho intervistato Himorta a Lucca Comics & Games in un piovoso sabato pomeriggio: lei vestita da Spider-Man, io con un ridicolo poncho arancione per proteggere i miei acquisti cartacei.
Antonella Arpa è diventata Himorta all’inizio della propria carriera di cosplayer: una carriera che si è praticamente inventata una decina d’anni fa, quando il fenomeno era molto diffuso in Giappone ma ancora di nicchia in Europa.
Un aneddoto sul curioso nickname
Fun fact: il nome Himorta è un gioco di parole su quello di un personaggio del manga Naruto, Hinata. Come certi indirizzi di posta elettronica scelti sovrappensiero negli anni Novanta, quando non sapevamo ancora bene a che cosa servissero le email, lo pseudonimo le è rimasto attaccato ben oltre le intenzioni iniziali e – diciamolo – le ha davvero portato fortuna.
L'origine della passione per il cosplay
La passione per i manga è stato il punto di partenza del suo percorso, quando ha deciso di trasformarsi da lettrice a interprete: non è un caso che i suoi primi costumi fossero ispirati a One Piece, che con le sue decine di personaggi è un terreno particolarmente fertile per i cosplayer.
I vestiti – racconta – inizialmente se li confezionava da sé. La nonna le aveva insegnato a cucire, i tutorial giapponesi su YouTube hanno fatto il resto.
Antonella ha precorso i tempi: oggi i cosplayer sono un fenomeno di massa e i manga un genere che occupa sempre più spazio sugli scaffali delle librerie e non solo. Il successo di Himorta è cresciuto di pari passo: dall’alto del suo milione e passa di follower, è un vero e proprio brand non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.
A confezionarle i costumi e curare le sue acconciature c’è perlopiù un team dedicato, mentre Antonella si concede talvolta il piacere di truccarsi: tra gli impegni di streamer su Twitch, la partecipazione a fiere, la presentazione di eventi e l’inizio di una carriera televisiva che le piacerebbe coltivare, le manca il tempo materiale.
Dal cosplay al cinema
Grazie al cosplay ha avvicinato anche il mondo del cinema: è stata chiamata a conoscere e intervistare gli attori che interpretano i personaggi a cui si ispira, soprattutto supereroi degli universi cinematografici e delle serie TV: dal Robert Pattinson di The Batman al Dwayne Johnson di Black Adam, senza dimenticare Millie Bobby Brown, la Undici di Stranger Things.
Proprio le serie TV sono la nuova frontiera del cosplay, con la loro infinita varietà di personaggi sempre nuovi da impersonare.
A proposito di cinema, le ho chiesto quali siano i suoi film preferiti, ed ecco la sua top tre: Il Cavaliere Oscuro, Spider Man No Way Home, e un po’ a sorpresa – ma solo per chi nutre pregiudizi – il Joker che è valso l’Oscar a Joaquin Phoenix.
Il cosplay è un mondo che unisce
L’ultima domanda riguarda LA polemica di questo festival, legata alla mancata partecipazione di alcuni artisti alla fiera per via di patrocini difficili da digerire: che ne pensa Antonella? Con la giusta dose di diplomazia, mi risponde che a differenza del fumetto, che può essere divisivo, il mondo del cosplay unisce, grazie al fatto che in questo mondo calarsi nei panni dell’altro è precisamente la regola.
Non c’è tempo per approfondire: non appena usciamo per le fotografie di rito, Himorta è presa d’assalto dai fan. Potrete trovarla anche oggi al Gaming Village.
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