Napoleon, ovvero l'ascesa, la caduta e la morte di Napoleone Bonaparte. Tralasciando la vita prima della Rivoluzione Francese del 1789, il regista Ridley Scott (Alien, Blade Runner, Il Gladiatore, tra i tantissimi) su sceneggiatura di David Scarpa (Il castello, Ultimatum alla Terra, Tutti i soldi del mondo), mette in scena la vita di un personaggio storico che ancora oggi, dopo oltre 200 anni dalla morte, divide il mondo.
Non è questa la sede per riassumere la sua figura, sulla quale si stima che sia stato scritto, e si continui a scrivere, la media di un libro al giorno dalla sua morte, dal famoso 5 maggio 1821 cantato anche dal poeta Alessandro Manzoni. Non è scopo di chi fa cinema d'altra parte raccontare "la Storia", bensì quello di raccontare "una storia" per l'intrattenimento del pubblico, ispirandosi in questo caso a un personaggio realmente esistito, distillando dalla sua vicenda personale quanto serve alla messa in scena di uno spettacolo.
Che storia racconta quindi Napoleon? In parte quella di Napoleone Bonaparte (Joaquin Phoenix), un ambizioso ufficiale subalterno di artiglieria che, nel periodo di confusione ricordato come il Terrore, seguito alla rivoluzione del 1789, cerca di fare carriera insieme ai suoi fratelli, cercando di intuire da che parte tirasse il vento. A questo livello si aggiunge quello in cui lo stesso ambizioso ufficiale posa gli occhi e si innamora di una nobildonna, Giuseppina di Beauharnais (Vanessa Kirby), vedova di un nobile che proprio in quel convulso periodo era stato ghigliottinato.
Pertanto i 158 minuti che, sulla carta sembrano tanti, in realtà comprimono e riducono a un veloce riassunto gli anni che vanno dal 1793 (assedio di Tolone) al 1821. Poco meno di 28 anni, che Napoleone e Giuseppina, ma anche l'intera Europa alla fine, hanno vissuto intensamente, nei quali s'intrecciano la tormentata storia d'amore dei due, vittorie celebrate come Austerliz e la campagna in Egitto, l'ascesa politica fino all'incoronazione di Napoleone e Giuseppina come Imperatore e Imperatrice dei Francesi, il tragico epilogo del matrimonio, la disfatta in Russia, l'esilio all'Isola d'Elba, la Battaglia di Waterloo e la morte nell'ultimo esilio a Sant'Elena nel 1821.
Se si comprende più o meno che personaggio storico si vuole mettere in scena, appare poco chiaro che personaggio della narrazione invece si vuole presentare al pubblico. Siamo davanti a un film storico come se ne sono sempre fatti, nei quali tra le priorità non c'è l'esattezza, che si lascia alla saggistica, ma la funzionalità della trama, delle interazioni dei personaggi, la pregnanza dei dialoghi, lo spettacolo della messa in scena. Una voluta approssimazione, al servizio di un'idea.
Idea che sembra mancare, laddove è sempre presente la capacità di messa in scena, di realizzare imponenti scene di battaglia, di ispirarsi visivamente alle rappresentazioni pittoriche del periodo, come la stessa incoronazione di Napoleone di Jacques-Louis David, ma anche opere più intimiste per i momenti che vorrebbero esplorare l'intimo dei personaggi.
La qualità della messa in scena, che appare verosimile all'occhio di chi non ha gli elementi per giudicarne la precisione, non salva il film dall'apparire come un'operazione fredda, artificiosa, che non mette in connessione lo spettatore con i personaggi e il suo tempo.
Non è chiaro se ci sia una tesi, una linea guida nella definizione dei personaggi. Napoleone sembra guidato dagli eventi che lui stesso muove, non forza promotrice.
Solo verso il finale sembra prevalere una tesi: Napoleone disturbatore di equilibri, macellaio provocatore di milioni di morti. Una tesi molto inglese, che non ricorda come le nazioni d'Europa si siano massacrate a vicenda per secoli, in una lotta per l'egemonia senza fine, e lo avrebbero fatto anche tra fine '700 e l'800, con o senza Napoleone.
L'approssimazione narrativa non riesce a mettere a profitto la qualità del cast, con gli attori che non hanno gli strumenti per stabilire tra loro una qualsiasi chimica. Freddi e distaccati dai loro personaggi appaiono quindi Phoenix e Kirby, ancorati a maschere i tanti comprimari che danno un volto familiare ai personaggi storici, che restano sullo sfondo.
Se volete godere di uno spettacolo degno di uno schermo cinematografico, Napoleon, come tanti film di Ridley Scott, merita la visione. Se cercate di capire qualcosa dei personaggi rappresentati, ovvero della versione fittizia di personaggi storici, rimarrete delusi, ma anche questo è ricorrente nelle ricostruzioni di Ridley Scott.
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