Proseguono le avventure di Arthur Curry (Jason Momoa), alias Aquaman Re di Atlantide, adesso anche padre di famiglia. Alla ricerca di un modo per vendicare la morte del padre, ucciso da Aquaman nel primo film, David Kane alias Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), scopre insieme allo scienziato Shin (Randall Park) una fonte di potere antico, ma così pericoloso che potrebbe distruggere l'intero pianeta.
Per affrontare questa immane minaccia, oltre all'aiuto degli alleati di sempre, come la moglie Mera (Amber Heard) e re Nereus (Dolph Lundgren), Arthur dovrà suo malgrado chiedere l'aiuto del suo più mortale nemico, il fratello Orm, alias Ocean Master (Patrick Wilson).
Un gruppo eterogeneo di personaggi che affronterà diversi pericolosi in diversi ambienti: sottacqua, nel deserto e in giungle tropicali, nei ghiacci dell'Antartide, tra i tanti.
Aquaman e il Regno Perduto di James Wan arriva fuori tempo massimo, in piena crisi dei film supereroistici, a mettere la parola fine al progetto DCEU in modo definitivo. Ultimo residuo di un progetto ormai terminato, sembra ampiamente rimaneggiato per vivere di vita propria, come i film supereroistici pre MCU, nei quali ogni personaggio era il centro del suo universo narrativo, unico supereroe al mondo.
Come il precedente, sempre diretto da Wan, calza ancora la definizione di satura.
In effetti è difficile non vedere nel film citazioni a un vasto immaginario fantastico e fantascientifico. Un assemblaggio composito che va da Jules Verne a H.P. Lovecraft, passando per Star Wars, e tanto altro, che compone quella che si potrebbe definire una Sea-Opera. Senza dimenticare le suggestioni horror con le quali Wan è diventato famoso.
Il film ha sicuramente un buon ritmo nelle scene d'azione, una fantasia sfrenata nelle scenografie, nel world building e disegno dei costumi.
Di contro il ritmo è anche frenato troppo spesso da spiegazioni didascaliche e ridondanti, per non lasciare nulla all'interpretazione dello spettatore.
La linea comica, inoltre, appare posticcia e fuori contesto, con battute fiacche.
Per quanto riguarda l'evoluzione del personaggio protagonista, il lavoro di sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick è curato, ma si nota qualche lacuna. Probabilmente nel film erano presenti riferimenti al suo universo narrativo che sono stati tolti, così come presenze di altri supereroi. Appare inoltre ridimensionato il ruolo di Mera, quasi di contorno alla fine.
Aquaman e il Regno Perduto non è il migliore, ne il peggiore dei film su personaggi DC, può divertire per poco più di due ore, ma appare anche più che perdibile, a meno che non siate fan del personaggio, il cui destino nei futuri film DC non è stato ancora ufficialmente comunicato.
È possibile che il risultato al botteghino determinerà se questo film è veramente l'ultimo della precedente gestione o piuttosto uno dei primi della gestione Gunn /Safran. Sarà l'ennesimo fiasco annunciato, come pensano in molti, o ci sono i margini per una sorpresa? Agli spettatori la scelta.
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