Percy Jackson (Walker Scobell) vorrebbe essere un normale pre-adolescente, ma sembra che non sia possibile. Come molti ragazzi della sua età è incerto, non sa bene quale sia il suo posto, è persino bullizzato, ma questo non sembra dare risposte alla sua inquietudine. Non dà risposte al perché, tra le pieghe di quello che le persone definiscono reale, Percy intravede strane creature che sembrano essere alla sua ricerca. Sua madre Sally (Virginia Kull) e il suo migliore amico Grover (Aryan Simhadri) vorrebbero tranquillizzarlo, ma al contempo lo agitano, perché, come alcuni professori, non fanno altro che ripetergli che lui è speciale, di pazientare, che tutto si comprenderà. Ma a quell'età la pazienza non è di casa.
Di contro gli eventi precipitano, e quando suo malgrado manifesterà in modo eclatante quanto sia speciale, attirando l'attenzione di creature letali che lo vogliono uccidere, verrà cataputaltato in un mondo che è immerso nel nostro, ma visibile solo agli occhi di chi è edotto. Un mondo nel quale gli antichi dèi, quelli della mitologia greca antica, come Zeus, Ade, Posidone, Diana e Atena, tra gli altri, sono realtà. Così come sono realtà i semidei, figli dei rapporti tra umani e déi. Percy è un semidio, e come tale va protetto finché non sarà in grado di padroneggiare i suoi poteri. Parte del suo "programma di protezione semidei" è l'addestramento nel Campo Mezzosangue, una scuola con ragazzi come lui, figli di dèi e umani, alcuni riconosciuti e altri, come Percy, che non sanno chi sia il loro padre o madre.
I primi due episodi di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo sono poco più che introduttivi. In I Accidentally Vaporize My Pre-algebra Teacher vediamo la scoperta della natura di Percy, con l'ambientamento nel Campo Mezzosangue narrato in I Become Supreme Lord of the Bathroom. Gli appassionati dei romanzi riconosceranno le fasi in cui si forma il terzetto Percy, Grover e Annabeth (Leah Sava Jeffries), destinato a intraprendere una quest, con il classico schema del "viaggio dell'Eroe", attraverso un mondo moderno nel quale i miti antichi sono ancora persistenti.
La saga letteraria di Percy Jackson, scritta da Rick Riordan, è una versione giovanilistica del tema della "persistenza degli antichi miti nell'età moderna" che ha trovato sbocco nei racconti di Sheridan Le Fanu, i romanzi Malpertuis di Jean Ray e American Gods di Neil Gaiman, nel fumetto Bacchus di Eddie Campbell, giusto per fare qualche esempio.
Un tema che Riordan ha sviluppato in sei romanzi dedicati a Percy Jackson, ma anche in altri suoi cicli, ambientati nello stesso universo, ma dedicati alle mitologie romane, egizie e norrene.
La saga di Percy Jackson ebbe un adattamento cinematografico nel 2010, ma non ebbe la fortuna di pubblico e critica che Riordan e i produttori speravano, nonostante alla regia ci fosse Chris Columbus, un autentico re Mida dei film con e per ragazzi, autore di successi come Mamma, ho perso l'aereo e Harry Potter e la pietra filosofale. Tant'è che il secondo romanzo, Il mare dei mostri, fu proposto al cinema stancamente 3 anni dopo, con un evidente problema legato alla crescita dei protagonisti, con attori ormai più che maggiorenni.
Ma nel frattempo Disney ha acquisito la Fox, e con essa i diritti cinematografici e televisivi della saga di Riordan. Riordan ha quindi realizzato il pitch, ovvero la sintesi di presentazione del prodotto, che ha convinto la dirigenza Disney a realizzare una serie, facendo un altro tentativo di valorizzare una proprietà intellettuale che, nella sua forma letteraria, era stata un best seller. Showrunner di questo nuovo tentativo sono Jonathan E. Steinberg e Dan Shotz, esperti produtti di Jericho e Black Sails, tra le altre.
Il materiale non manca, e potrebbe persino essere espanso, attingendo ai sei romanzi di Percy Jackson, ma anche agli altri cicli ambientati nello stesso mondo.
Questi primi due episodi mostrano una narrazione solida, interpreti principali molto credibili. Anche se forse, per carisma e bravura, Aryan Simhadri nel ruolo di Grover, e Leah Sava Jeffries in quello di Annabeth, schiacciano un po' quello che dovrebbe essere il protagonista, il pur credibile Walker Scobell.
Come già fu anni fa nei film, nel ruolo degli déi figurano guest star, anche se non di prima fascia, come Lin-Manuel Miranda, Toby Stephens e il compianto Lance Reddick. Sono comunque volti familiari e riconoscibili dal pubblico televisivo.
Anche il budget appare alto, con molte scene in esterni, con un paio di scene clou con effetti visivi adeguati a una resa visuale accettabile, migliore di alcuni recenti affrettati risultati cinematografici recenti. Il regista degli episodi, James Bobin, riesce a sfruttare bene ombre e campi lunghi per contenere il budget.
In definitiva, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, è una serie indirizzata a un pubblico giovane che parte bene e potrebbe avere più possibilità di raccontare il complesso mondo di Riordan, inoltre riesce a rendere credibile come gli antichi déi greci adesso popolino gli Stati Uniti d'America, trascinandosi però tutti i loro antichi vizi, in un mondo moderno nel quale si trovano molto a loro agio.
Una serie dalla partenza interessante.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID