Senz'anima Bob Marley: One Love, il biopic tratto dalla vita di Bob Marley, icona della musica raggae negli anni '70 dello scorso secolo.
Partendo dall'attentato del 1976 in Jamaica, il film non sembra focalizzarsi su un obiettivo. Vuole raccontare il Marley politico, religioso, o il musicista?
Il regista Reinaldo Marcus Green cerca di vincere facile nella parte centrale, raccontando la lavorazione di uno dei dischi più rappresentativi non solo di quel decennio, ma probabilmente di quella metà del secolo: Exodus. Ma l'emozione resta fuori dal racconto, lasciando perplessi.
Persino nel racconto delle sue defaillance umane, il film resta in superficie, accennato.
Tutto questo avendo a disposizione un buon cast, con un Kingsley Ben-Adir che sembra destinato a grandi cose per il futuro, e che nel film affronta anche le canzoni con la propria (bella) voce, e con Lashana Lynch che ormai è ben più che una promessa.
Probabilmente è il biopic musicale che è un genere che ormai punta solo ai fan di un musicista, disposti a essere indulgenti su parzialità, contraddizioni sia di sceneggiatura che di coerenza narrativa.
Peccato, perché l'occasione era ghiotta, per raccontare un personaggio di ben altra complessità.
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