Dog si sente solo. In una New York anni '80 popolata da animali antropomorfi, soffre la solitudine di chi non ha amici, pur vivendo in un'affollata metropoli.
La soluzione è acquistare il kit di montaggio di Robot, un'automa da compagnia che si dimostra subito empatico e capace di ricambiare tutto l'affetto che Dog gli riversa.
Come migliori amici fanno di tutto, fino a un tragico giorno in cui, sulla spiaggia di Coney Island, Robot si blocca dopo aver preso troppa acqua. Non riuscendo a spostarlo né ad accedere più alla spiaggia, il cui ingresso viene sigillato e sorvegliato, Dog si ritrova ad aspettare il momento buono per recuperare con mezzi adeguati il suo amico. Sbloccato nella socialità, Dog cerca nuove amicizie, persino un'amore. Nel frattempo Robot, bloccato ma cosciente, ha diversi momenti di interazione con creature di passaggio, vandali, ma resterà fiducioso che prima o poi il suo amico lo salverà, e sogna il momento in cui arriverà, in momenti onirici che hanno tutto il sapore del reale.
I robot non sognano pecore elettriche, ma i loro affetti. Così sembra dirci Il mio amico robot, il cui titolo originale Robot Dreams, forse è più esplicativo dei passaggi tra "reale" e onirico del film, adattemento dell'omonimo fumetto di Sara Varon. Per la messa in scena il regista Pablo Berger (Blancanieves, Abracadabra), al suo primo film di animazione si affida alla direzione artistica dell'esperto artista José Luis Ágreda (Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe), che riprende l'essenzialità del fumetto originale, dandone comunque una interpretazione stilistica ispirata alla ligne claire franco belga.
Il film inoltre riprende dal fumetto la totale mancanza di dialoghi, dando spazio al racconto per immagini, ma inserendo effetti sonori, come l'inconfondibile rumore di fondo newyorchese, fatto di traffico, sirene, sbuffi di vapore, vociare indistinto, e musiche che spaziano ovviamente dai '70 agli '80, tra le quali spicca September degli Earth, Wind and Fire, che è "la canzone" dei due amici.
Di contro, per quanto affascinanti siano i colori e la pittoresca varietà della NY anni '80 descritta dalle immagini, il film soffre della sua lunghezza, risultando ridondante in più passaggi.
Se l'amicizia è una forma d'amore, Il mio amico Robot, può essere visto anche come la metafora di cosa accade quando un amore trova un ostacolo che separa una coppia, mostrando i percorsi paralleli di costruzione di una vita diversa dei soggetti, nei quali non compiere gli stessi errori che hanno portato alla separazione, e di fatto voltando pagina, pur con il rimpianto di ciò che è stato.
Il mio amico Robot conferma, se qualcuno ha ancora dubbi, che l'animazione non sia un "genere", indirizzato solo ai piccoli, ma un medium che può e deve raccontare storie adulte e profonde.
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