Sulla scia di altri biopic musicali degli ultimi anni, arriva Back to Black, dedicato alla parabola di ascesa e di caduta distruttiva della cantantautrice Amy Winehouse, morta nel 2011.
La regista Sam Taylor-Johnson e lo sceneggiatore Matt Greenhalgh si prendono tutti i rischi che si corrono nel parlare di eventi recenti. Va detto che, con onestà intellettuale, il punto di vista scelto è quello di Winehouse, traendo spunti dai testi delle canzoni, che l'autrice concepiva ispirandosi agli eventi della sua vita, senza troppe parafrasi, e dalle interviste rilasciate negli anni.
Le trame del film mostrano come la musica di Amy Winehouse (Marisa Abela) sia intrecciata con la sua relazione tossica con Blake Fielder-Civil (Jack O'Connell), ma rimane sulla superficie quando accenna a problemi pregressi. La volontà è quella di raccontare una storia che emozioni chi ha amato e ama le canzoni di Winehouse, e la musica che le ha ispirate.
La regia confeziona il racconto visivo con contrappunti campo/controcampo tra Amy e Blake, a volte ravvicinati, che echeggiano i racconti di storie disperate come Sid & Nancy, Fino all'ultimo respiro e Bonnie & Clyde.
Se sufficienti appaiono i due protagonisti, con una comunque ottima prestazione vocale nelle canzoni per Marisa Abela, strumentale al ruolo risulta Eddie Marsan, che interpreta il padre Mitch Winehouse, mentre faro del cast è Lesley Manville nel ruolo dell'amata nonna Cynthia.
Pur con tutti i limiti di un prodotto che cerca di non offendere nessuno, rimanendo sulla superficie di problematiche che appaiono molto più profonde, Back to Black è un'ottima celebrazione per i tutti fan, e l'occasione per ricordare una musicista che, pur nella sua breve esistenza, è entrata a pieno merito nel novero delle leggende, innazitutto per le sue straordinarie doti artistiche.
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