Il piccolo Minato (Soya Kurokawa), studente di quinta elementare, sembra afflitto da vari problemi comportamentali. In particolare sembra che abbia un rapporto conflittuale con il suo maestro Hori (Eita Nagayama), che l'avrebbe persino picchiato.

La madre Saori (Sakura Andō), una vedova che ha allevato il figlio al culto dello scomparso padre, è determinata a scoprire la verità, e intraprende una battaglia contro l'istituzione scolastica, inizialmente reticente a fornire informazioni.

L'innocenza
L'innocenza

L'innocenza, in originale Kaibutsu, ovvero Mostro, usa la tecnica della storia narrata da più punti di vista – la madre, Minato, il maestro, e il migliore amico di Minato, il compagno di classe Eri (Yota Hiiragi) – per fare emergere come non sempre esista una sola verità, e che fin troppo spesso le cose non sono come appaiono, rivelando una toccante e sorprendente storia di onore e amicizia.

Se inizialmente è la storia di una madre ansiosa e piena di aspettative, diventa anche una denuncia critica dei limiti di una società la cui ossessione per le apparenze arriva al parossisimo, poi una storia di amicizia e di educazione sentimentale contrapposta al bullismo, fino al racconto ambientalista su di un ambiente deturpato che si ribella.

La messa in scena segue le diverse narrazioni, con campi strettissimi, dettagli indiscreti, camera dentro la camera, per poi ampliare il respiro, con l'uso dei paesaggi e degli elementi naturali come pioggia e vento.

Completano la narrazione le struggenti note di Ryuichi Sakamoto, dal suo disco testamento artistico, 12, e con due brani inediti, e un cast superlativo in ogni ruolo, dagli adulti ai piccoli protagonisti.

Un film da vedere, per commuoversi e riflettere.