È morto lo scorso lunedì mattina a Dutchess, NY, all'età di 93 anni, James Earl Jones, prolifico attore e doppiatore che ricordiamo in tante parti che hanno caratterizzato la nostra passione.
La carriera, in sintesi
Grazie agli studi e poi alla recitazione superò la grave balbuzie di cui era affetto da bambino, debuttando a Broadway nel 1958 al Cort Theatre (ribattezzato James Earl Jones Theatre nel 2022), iniziando una carriera lunga e prestigiosa, della quale ricordiamo alcuni significativi passaggi, tra i tantissimi.
Come interprete teatrale è stato candidato a quattro Tony Awards, vincendone due: nel 1969 per aver interpretato il pugile Jack Johnson in The Great White Hope, ruolo che ha ripreso nel 1970 al cinema ricevendo la sua unica nomination all'Oscar; nel 1987 per aver dato vita al ruolo di Troy Maxson nel dramma vincitore del premio Pulitzer di August Wilson Fences.
Come attore cinematografico ha una lunga carriera, che è passata per film che sono entrati nella storia del cinema, come Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick, nel 1964, dove era parte dell'equipaggio del B-52 che provoca la III Guerra Mondiale, o Conan Il Barbaro, del 1982, nel quale interpretò il malvagio Thulsa Doom. Ma fu anche il vicedirettore della CIA, il viceammiraglio James Greer nei tre film su Jack Ryan: Caccia a Ottobre Rosso del 1990, Giochi di potere del 1992 e Sotto il segno del pericolo del 1994. Dimostrò anche la sua versalità alla commedia interpretando Re Jaffe Joffer nel film del 1988 di John Landis, Il principe cerca moglie , al fianco di Eddie Murphy, e nel suo seguito Il principe cerca figlio del 2021.
In televisione conseguì alcuni record. Fu il primo attore nero ad avere un ruolo ricorrente in una soap opera diurna, Così gira il mondo, nel 1966. Nel 1977 fu l'interprete di Alex Haley nell'adattamento televisivo del romanzo Radici, scritto dallo stesso Haley. Si prese anche la soddisfazione di essere stato il primo attore a vincere due Emmy nello stesso anno, nel 1991, come attore non protagonista nella miniserie Heat Wave, sulle rivolte di Watts del 1965, e come attore protagonista nella serie drammatica Gabriel's Fire, su un ex poliziotto ingiustamente imprigionato che diventa investigatore privato.
Era anche sua la voce che diceva This is CNN
, sul famoso canale all-news.
Darth Vader
Ma è inutile nasconderlo, il suo peculiare timbro baritonale, che lo rese inconfondibile in patria – dove diede voce anche a documentari – e poi anche da noi quando ha cominciato a diffondersi l'interesse per i film in lingua originale, lo ha reso un'icona del nostro mondo nerd per almeno due ruoli.
Il primo, nel 1977, quando diede voce a uno dei più grandi cattivi della storia del cinema: Darth Vader (o Dart Fener come lo chiamavamo all'epoca), nel film che all'epoca si chiamava solo Guerre Stellari, o Star Wars.
La storia è nota. A George Lucas non piaceva la voce con forte accento di David Prowse, l'attore che fisicamente dava vita al personaggio. Pertanto lo fece doppiare, a insaputa di Prowse, da James Earl Jones.
Jones fu pagato settemila dollari per il suo lavoro, ma per deferenza nei confronti di Prowse, rifiutò di essere accreditato nei titoli sia per Una Nuova Speranza che per il sequel, L'impero colpisce ancora del 1980, dove pronunciò la famosa battuta: No, I'm your father
.
L'enorme successo dei film e la popolarità del personaggio imposero di accreditarlo da Il ritorno dello Jedi in poi, e in tutte le altre nuove versioni dei film, nonché nelle apparizioni di Vader in Episodio III – La vendetta dei Sith del 2005 e Rogue One: A Star Wars Story del 2016, e nella serie Star Wars Rebels del 2014. È invece risaputo che nella miniserie Obi-Wan Kenobi, diffusa su Disney+ nel 2022, Jones autorizzò Lucasfilm a utilizzare registrazioni d'archivio e tecnologia AI per ricreare la voce di Vader.
Personalmente, seppure abbia ammirato per anni la bravura di Massimo Foschi nel doppiare Vader, quando ho scoperto per la prima volta la voce originale non sono più riuscito a tornare indietro. e ho voluto sempre rivedere i film di Star Wars in originale per ritrovare il brivido che mi diede la prima volta che ascoltai la voce di Jones.
George Lucas ha ricordato James Earl Jones con le seguenti parole: James era un attore incredibile, una voce unica sia nell'arte che nello spirito… Per quasi mezzo secolo è stato Darth Vader, ma il segreto di tutto questo è che era un meraviglioso essere umano. Ha dato profondità, sincerità e significato a tutti i suoi ruoli, tra i più importanti c'è quello di marito devoto per la defunta Ceci e padre di Flynn. James mancherà a molti di noi… amici e fan.
Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker nella saga di Star Wars, lo ha ricordato con un post su X tenero nella sua estrema semplicità:
#RIP dad
L'altro ruolo vocale che lo ha reso forse più celebre delle apparizioni fisiche è stato inoltre quello del Re Mufasa nel film d'animazione Disney Il re leone del 1994, nel seguito home video del 1998, Il re leone II – Il regno di Simba, e nel remake del 2019.
Jones diede prova di grande autoironia quando apparve nella serie The Big Bang Theory, nel ruolo di se stesso, in un episodio nel quale trascorre un'intera giornata insieme a un entusiasta Sheldon Cooper (Jim Parsons), tra parchi divertimenti, fast food e scherzi, andando persino a importunare Carrie Fisher a casa sua.
Jones fu sposato in prime nozze con l'attrice e cantante Julienne Marie. La sua seconda moglie, con cui è stato sposato per 34 anni, l'attrice Cecilia Hart, è morta nel 2016. Gli è sopravvissuto il figlio, Flynn Earl Jones, a cui va il cordoglio mio e di tutta la redazione.
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