- Il Priore oscuro di Jack Roland
- Lanark. Una vita in quattro libri
- In cerca di draghi. Fiabe e leggende del nord Italia
Stranimondi è un piccolo ma importante evento milanese molto sentito dagli appassionati del fantastico. Il 12 e 13 ottobre 2024 sono stati due giorni interamente dedicati alla letteratura di genere ricchi di appuntamenti, tra approfondimenti sulle tematiche e presentazioni di novità librarie con ospiti importanti italiani e internazionali, nella piccola ma accogliente Casa dei giochi di via Sant'Uguzzone.
Tra gli stand di editori e librerie indipendenti che vendono novità editoriali e classici per i collezionisti, la scaletta degli interventi è così vasta da rendere impossibile seguirli tutti, a meno che non si abbia il dono dell'ubiquità o non usi un Tardis. Noi, partecipando un giorno solo, ne abbiamo seguito qualcuno, imbattendoci in piacevoli sorprese.
Il Priore oscuro di Jack Roland
Il nome esotico dell'autore, Jack Roland, è lo pseudonimo di un umile, disponibilissimo e appassionatissimo scrittore che si dedica ai romanzi per esplorare la propria creatività personale, mentre nella vita scrive sceneggiature per pubblicità, televisione e cinema, affrontando i temi più svariati.
A Stranimondi ha presentato Il priore oscuro, pubblicato da Astro Edizioni. Un fantasy che parla di morte, rinascita e trasformazione, in senso anche figurato perché nasce da un percorso di vita che ha cambiato anche il suo modo di scrivere.
Qui non sono le damigelle che vengono salvate, ma sono personaggi importanti e forti e il tono oscuro è influenzato dai suoi gusti nelle letture, tra epic fantasy, horror e grimdark e il mondo dei videogiochi. C'è anche un po' di influenza cinematografica, come Il Corvo e i film di guerra.
Ha ammesso che la sua esperienza nella scrittura televisiva gli ha permesso di procedere a colpo sicuro nella stesura del romanzo. Sicuramente hanno anche aiutato i suoi studi in storia medioevale grazie ai quali ha acquisito molte competenze, nonostante abbia sottolineato che anche la vita vissuta sia fondamentale per scrivere un racconto credibile.
Non ama prendersi troppo sul serio, perciò anche se il tono è oscuro, come recita il titolo del romanzo, si trovano anche dei momenti comici, talvolta per sdrammatizzare situazioni molto crude. Un retaggio delle commedie che scrive per la TV e di una rubrica umoristica che teneva per una rivista.
Nel suo romanzo non ci sono personaggi totalmente negativi, ma ha cercato di caratterizzarli tutti in modo più simile a noi, a differenza di molte altre storie grimdark dove si trovano maggiormente persone di bassa moralità. Sono personaggi certamente negativi, ma semplicemente perché fanno il possibile per stare a galla in un mondo crudele. Ci sono anche brave persone che però hanno grossi vizi o segreti inconfessabili. Personaggi in bilico tra la vita e la morte quasi irriconoscibili che in qualche modo riescono a trovare una piccola scintilla di speranza e anche l'amore addirittura. La sua domanda è: l'amore può sopravvivere alla morte?
Secondo l'autore la risposta è sì
.
Passare dalla metodicità di una sceneggiatura alla libertà completa di un romanzo per Jack Roland non è un problema. Nel primo caso la scrittura è tecnica, a volte scritta a più mani e le eventuali modifiche sono suggerite dalla produzione oppure da necessità logistiche e di tempo. Con il romanzo invece riesce ad avere un controllo assoluto, nei propri tempi, ma non si abbandona al caso perché progetta comunque il worldbuilding e redige una scaletta.
Tra le sue tante passioni c'è anche la musica. Molte idee, infatti, arrivano da testi o melodie delle canzoni che ascolta. Mentre scrive, però, predilige le colonne sonore o la musica classica.
La sinossi de Il priore oscuro
Un cavaliere senza nome torna a casa dalla guerra, ma non è più lo stesso uomo. Forse non è più nemmeno un uomo. La sua anima e il suo corpo sono stati reclamati per arrestare il declino del mondo, il cui equilibrio basato sui dodici elementi è corrotto dalla creazione di un tredicesimo elemento: la stregoneria. I Dodici Priori stanno morendo, mentre un nuovo ordine si diffonde sotto forma di un morbo che fa impazzire gli uomini e trasforma le donne in mostri sanguinari. Per contrastare questa marea oscura, un eroe è costretto a risorgere; né vivo né morto, né uomo né dio, inquisitore e boia, temuto dai mortali e odiato dagli immortali.
Il priore oscuro
Jack Roland torna nel mondo de La Ballata del Levriero Rosso con un romanzo autoconclusivo.
LeggiLanark. Una vita in quattro libri
Gli scrittori Orazio Labbate e Franco Ricciardiello hanno presentato Lanark. Una vita in quattro libri, il romanzo di esordio di Alasdair Gray, l'autore di Povere creature! e pubblicato in Italia da Safarà.
Si tratta dell'edizione italiana del romanzo originariamente pubblicato in Scozia nel 1981, realizzato con gran cura editoriale e corredato dalle illustrazioni e dalle note originali. L'editore rassicura che nonostante la mole notevole del tomo, resta maneggevole da sfogliare. A dispetto del titolo, il volume è unico ma raccoglie effettivamente quattro romanzi in ordine non cronologico, organizzati volutamente così dall'autore. L'opera, riconosciuta universalmente dal grande valore letterario, è stata composta nell'arco di trent'anni e ha suscitando paragoni significativi con Dante, Blake, Joyce, Orwell, Kafka, Huxley e Lewis Carroll. E chi vi scrive suppone che Neil Gaiman sia stato influenzato in parte da questo romanzo per il suo Nessundove.
Nonostante il titolo rispecchi una reale città scozzese, non ha niente a che fare con quel luogo. Lanark è il nome del protagonista, una persona normalissima che si ritrova a vivere a cavallo tra due città speculari, quella sotterranea, Unthank, e la reale Glasgow, in una narrazione che suggerisce continuamente una sensazione di straniamento passando dal realismo al surrealismo distopico.
Il protagonista appena arriva in città conosce un gruppo di persone chiamato l'elite ma subito capisce che c'è qualcosa di strano. Le persone sono incostanti, non esiste il tempo, ci sono molti disoccupati e non conosciamo il passato del protagonista, infatti si auto-battezza col nome di una città che ha visto stampata su un manifesto nel treno dove è arrivato.
Approfondendo la sua storia, si scopre nel mondo reale non ha un gran successo con le ragazze. A Unthank trova la versione speculare di una ragazza che conosceva già nel mondo reale ma subisce un disinteresse ancora maggiore, perché in quel mondo sembra che non si riescano a esprimere le emozioni e viene così accentuata la sensazione di solitudine e sconforto. Lo stesso protagonista si chiede se fosse il passaggio verso l'inferno, non trovando alcuna risposta in merito negli abitanti. Un modo, probabilmente, per raccontare la realtà attraverso il mondo fantastico con le sue metafore.
Non si sa poi che direzione prenderà il romanzo, anche se si può percepire il filo che lega tutto. Soprattutto nelle ultime fasi si entra in un mondo maggiormente fantastico, tra uccelli meccanici, una minaccia che grava sul mondo, la possibilità che venga distrutta la città di Unthank e complotti di alto livello per mantenere lo stato sociale decadente e addirittura qualche indizio dell'ubicazione di questo mondo fantastico imbevuto di tenebra onnipresente
, per citare Orazio Labbate.
La sinossi di Lanark
Lanark – Una vita in quattro libri racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento: la città sotterranea di Unthank e quella terrena di Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare dei loro sogni e dei loro incubi, ciascuna volto, riflesso ed esito dell’altra. Solo percorrendo il labile confine tra questi due mondi, il protagonista della storia – Lanark o Duncan, entrambi incarnazioni speculari della medesima umanità – riuscirà a dipanare gli intricati fili che lo uniscono indissolubilmente a entrambe e a comprendere la ragione del suo esilio lì dove «il lavoro è una prigione, il tempo uno stimolo e l’amore un peso».
Lanark in volume unico
La nuova edizione e volume unico del capolavoro fantasy dello scrittore scozzese Alasdair Gray, con le illustrazioni originali dell'autore.
LeggiIn cerca di draghi. Fiabe e leggende del nord Italia
In cerca di draghi. Fiabe e leggende del nord Italia di Francesca D'Amato e illustrato da Emanuele Manfredi esplora i draghi delle leggende italiane, dalla tradizione alle storie del futuro, pubblicato da Eterea Edizioni.
A Stranimondi l'autrice e dragologa ha presentato il libro insieme a Marika Michelazzi, illustratrice fantasy, senza parlare direttamente del libro e della sua genesi, bensì tenendo quasi una lezione di dragologia storica e tecniche di illustrazione per bestie fantastiche.
Negli anni di ricerche dedicati a raccogliere e documentare le storie dei draghi Francesca si è imbattuta in tante leggende che, viste col senno di poi, hanno giustificato tanti comportamenti e tante influenze sociali passate nella nostra storia, sia italiana che internazionale. In questa raccolta dedicata alle regioni del nord Italia è possibile scoprire che in epoche antiche, era la stazza a determinare se un animale fosse un biscione o un drago; assumeva quest'ultima definizione se era abbastanza grande da divorare una persona.
Marika Michelazzi ha spiegato come fare a rendere credibile il volo di creature che non sarebbero naturalmente adatte per volare, poiché munite di zampe e corpo troppo pesanti per essere sorretti da quelle ali, tra l'altro che nei secoli sono diventate da piumate a simili a quelle dei pipistrelli, per renderli visivamente delle creature ripugnanti. La risposta sta nel trovare la giusta posa per suggerire un movimento verosimile. Anche l'araldica ha avuto dei problemi, perché quando nel cristianesimo si diffuse il concetto che il drago fosse una creatura demoniaca, coloro che lo avevano inserito nello stemma di famiglia potevano avere problemi. Così la soluzione era inventare delle storie che giustificassero quel disegno perché fosse un nemico sconfitto, un trofeo, come accadde con i Visconti.
La storia di Venere del Lago Maggiore racconta che la divinità si era innamorata di un mortale, ma Zeus non era d'accordo, perciò trasforma in drago il suo amante. Perciò anziché far crescere i fiori dove Venere cammina, se posa i piedi nei fiumi infernali crescono alghe capaci di concedere al drago l'alito mefitico che ucciderà coloro che respireranno l'aria contaminata. In pratica trasforma il suo amante in un'arma per distruggere chi adora i suoi genitori, perciò i templi in quella zona sono vuoti perché morivano tutti. Questo è alla base della leggenda medievale del drago che spargeva malattie e uccideva le persone in una lenta agonia anziché in una rapida e potente fiammata. Non avendo quindi evidenze di morsi o bruciature, la colpa del drago era quella di avvelenare l'acqua dei pozzi o l'aria. I frati benedettini quindi bonificavano l'area, liberandola dalle zanzare che spargevano le malattie. All'epoca non si sapeva ancora che fossero loro i vettori, ma per diffondere la notizia dicevano di aver ucciso il drago, con tanto di prove attraverso delle ossa. L'Italia venne quindi invasa di ossa di balena spacciate per ossa di drago in un commercio molto redditizio, che venivano acquistate per essere esposte nelle chiese.
Oltre ai grossi serpenti o alle catastrofi naturali attribuite ai draghi bisogna anche rivedere l'immaginario falsato che è arrivato fino a noi, come il fatto che San Giorgio non uccise affatto un drago. L'iconografia che conosciamo del santo deriva in realtà da un'immagine di Costantino che schiaccia un serpente. Il drago di San Giorgio viene raffigurato piccolo come un cinghiale perché si sapeva che quella era la misura di una bestia che poteva essere uccisa da una persona sola.
Oppure che in Africa l'esercito romano non riuscì a scalfire un coccodrillo gigante con le proprie armi perché la sua pelle era troppo coriacea, così per ucciderlo impiegarono delle catapulte; peccato che non furono in grado nemmeno di farlo a pezzi, così cominciò a marcire e dovettero spostare l'accampamento a causa dell'odore fetido che si diffuse. Le sue ossa vennero recuperate mesi dopo e fu esposto per secoli a Roma come prova del drago ucciso da Marco Attilio Regolo.
Ora queste e molte altre storie sono diventate materiale a disposizione degli autori che potranno usarli nelle proprie opere.
Sinossi di In cerca di draghi
Il Nord Italia brulica di basilischi, viverne, biscioni e bestioni sputafuoco. In questa antologia illustrata se ne possono trovare 45 raccontati per esteso degli 87 censiti. I draghi del folclore danno filo da torcere agli eroi dei racconti popolari e fanno capolino nelle vite dei santi. I veterani della Terra di Mezzo potranno notare molte somiglianze tra i draghi italiani e quelli delle fiabe e delle saghe che hanno ispirato Tolkien. In alcuni racconti, per restare fedeli alle fonti medievali, i draghi incarnano i vizi che affliggono l’umanità. In altre storie, senza cavalieri molesti, possono occuparsi di faccende da draghi. Gli scrittori che desiderano attingere al patrimonio culturale italiano per nuove avventure avranno a disposizione la più completa raccolta di draghi italiani mai assemblata.
Stranimondi si conferma quindi un'ottima occasione per approfondire la letteratura di genere fantastico, un momento di incontro con appassionati che di volta in volta diventano anche amici. L'edizione di quest'anno ha spento dieci candeline ed è stata anche quella che ha visto la maggior partecipazione del pubblico, sancendo il record della manifestazione.
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